Una tragedia immane si è consumata sull’asfalto dell’autostrada A5 Torino-Aosta, dove una bambina di neanche tre mesi ha perso la vita in una sequenza di eventi tanto drammatica quanto complessa. Le indagini, coordinate dalla Procura di Ivrea, hanno delineato i contorni di un incidente che vede coinvolti almeno tre veicoli e due conducenti in fuga, gettando un’ombra di dolore e interrogativi sulla sicurezza stradale e sul senso di responsabilità individuale.

La dinamica dell’incidente: un doppio, fatale impatto

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, basata sulle testimonianze raccolte e sull’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, l’incidente, avvenuto sabato sera intorno alle 20:00 tra gli svincoli di Settimo Torinese e Volpiano, non è stato un evento autonomo. La Fiat 500X, a bordo della quale viaggiava la piccola con la madre 35enne al volante, sarebbe stata violentemente tamponata da un furgone. L’impatto avrebbe fatto perdere alla donna il controllo del veicolo, che ha terminato la sua corsa contro le barriere di protezione.

In questa terribile carambola, l’ovetto su cui era assicurata la neonata è stato proiettato fuori dall’abitacolo, finendo sulla carreggiata. Pochi istanti dopo, una terza automobile, non ancora identificata, avrebbe investito la piccola, per poi proseguire la sua corsa senza fermarsi. Un doppio impatto che non ha lasciato scampo alla bambina, il cui decesso sarebbe stato pressoché immediato, come indicato dai primi accertamenti medico-legali.

Le indagini: un uomo indagato e la caccia al secondo pirata

La Procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per omicidio stradale e omissione di soccorso. Le indagini della Polizia Stradale di Settimo si sono concentrate fin da subito sull’identificazione dei due veicoli fuggiti. Grazie all’incrocio di testimonianze e all’analisi delle targhe, gli agenti sono riusciti a risalire al furgone che avrebbe causato il primo tamponamento. Il mezzo, intestato a un’azienda del Torinese, è stato posto sotto sequestro e presenta segni compatibili con l’impatto.

Il conducente del furgone, un dipendente della ditta, è stato iscritto nel registro degli indagati. L’uomo ha fornito versioni contraddittorie agli inquirenti, sostenendo inizialmente di aver urtato un animale e poi ammettendo di essersi fermato brevemente dopo aver percepito un “lieve urto”. Una testimonianza chiave di una coppia di automobilisti descrive invece come il conducente del furgone sia sceso dal veicolo, abbia osservato la scena dell’incidente e sia poi ripartito senza prestare alcun soccorso.

Prosegue intanto la caccia al conducente della terza auto, quella che avrebbe investito la bambina. Gli investigatori stanno analizzando meticolosamente le immagini delle telecamere ai caselli autostradali e sulla tangenziale per identificare il veicolo. Si indaga anche per comprendere se il conducente possa non essersi reso conto della gravità dell’accaduto, forse a causa della scarsa visibilità.

I punti da chiarire: l’ovetto e l’autopsia

Un elemento cruciale dell’inchiesta riguarda le modalità con cui l’ovetto è stato sbalzato fuori dall’auto. Sono in corso accertamenti tecnici per verificare se il seggiolino fosse correttamente agganciato e se la bambina fosse legata in modo adeguato. Come atto dovuto per permettere tutti gli accertamenti del caso, anche la madre della piccola è stata iscritta nel registro degli indagati.

Sarà l’autopsia, disposta dalla Procura, a fornire risposte definitive sulla causa esatta del decesso, chiarendo la sequenza delle lesioni e se la morte sia stata provocata dal primo impatto o dal successivo investimento. Questo esame sarà fondamentale per definire con precisione le responsabilità penali dei soggetti coinvolti.

La madre della bambina, rimasta ferita e in stato di shock, è stata dimessa dall’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. La comunità di Quincinetto, dove la famiglia vive, è stretta nel dolore insieme al padre della piccola, uno psicologo psicoterapeuta.

Di veritas

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