Nella notte, un’operazione su larga scala condotta dall’esercito israeliano ha attraversato diverse città e località della Cisgiordania occupata, culminando nell’arresto di quasi 100 cittadini palestinesi. I raid, descritti da gruppi per i diritti dei palestinesi come una delle più estese campagne di arresti degli ultimi mesi, hanno interessato principalmente le aree di Nablus, Salfit, Gerico, Jenin, Tulkarem, Qalqilya e alcuni quartieri di Gerusalemme Est. Questa azione si inserisce in un contesto di crescente violenza e tensione nella regione, intensificatesi notevolmente dall’ottobre del 2023.
Dettagli delle Operazioni e le Aree Coinvolte
Secondo testimonianze oculari e fonti locali, le operazioni più massicce si sono concentrate nella parte settentrionale della Cisgiordania. La città di Nablus è stata teatro del maggior numero di arresti, con circa 50 persone fermate, molte delle quali sono ex detenuti precedentemente rilasciati dalle carceri israeliane. Le forze israeliane hanno fatto irruzione in diverse abitazioni, effettuando perquisizioni e interrogatori sul campo. Alcuni dei fermati sono stati rilasciati dopo brevi interrogatori.
Altre città significativamente colpite includono:
- Salfit, dove sono state arrestate 15 persone.
- Gerico, con 13 fermi.
- Gerusalemme Est, dove circa 20 persone sono state trattenute.
- Operazioni e arresti sono stati segnalati anche a Hebron, Betlemme e Qalqilya.
Durante i raid, testimoni hanno riferito che le truppe israeliane hanno fatto irruzione in abitazioni private, sequestrando in alcuni casi anche beni personali come gioielli. A Salfit e Abu Dis, a est di Gerusalemme, decine di giovani sarebbero stati bloccati, interrogati e in alcuni casi picchiati prima di essere rilasciati.
Figure di Rilievo tra gli Arrestati
Tra le persone fermate spicca il nome di Nasser Al-Din Al-Shaer, ex Vice Primo Ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese e Ministro dell’Istruzione tra il 2006 e il 2007. Al-Shaer è stato arrestato a Jenin e successivamente rilasciato dopo essere stato trattenuto per diverse ore per un interrogatorio sul campo. A Nablus, è stato arrestato anche Sheikh Maher al-Kharraz, una figura di spicco di Hamas, noto per essere stato detenuto più volte sia da Israele che dall’Autorità Palestinese.
La presenza di numerosi ex prigionieri tra gli arrestati, alcuni dei quali rilasciati solo nelle scorse settimane, ha sollevato preoccupazione tra le organizzazioni per i diritti umani. L’Ufficio dei Prigionieri Palestinesi a Ramallah ha confermato il numero elevato di fermi, sottolineando la sistematicità di queste operazioni.
Un Contesto di Escalation Continua
Questi arresti di massa non sono un evento isolato, ma si inseriscono in una drammatica escalation di violenza in Cisgiordania. Dall’ottobre 2023, si registra un’impennata degli attacchi sia da parte dell’esercito israeliano che dei coloni. Secondo dati recenti, da quella data sono stati uccisi almeno 1.092 palestinesi e quasi 11.000 sono rimasti feriti in Cisgiordania. Inoltre, il numero totale di arresti ha superato le 21.000 unità.
Le organizzazioni palestinesi denunciano che queste campagne di arresti sono diventate sistematiche e sono accompagnate da un alto livello di violenza, incluse percosse e interrogatori “umilianti”. In un episodio separato ma contestuale, è stata riportata la morte in custodia di un giovane detenuto palestinese di 21 anni, Abdul Rahman al-Sabateen, anche se le cause del decesso non sono state specificate.
La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione. Lo scorso luglio, la Corte Internazionale di Giustizia ha emesso un parere consultivo in cui ha dichiarato illegale l’occupazione israeliana dei territori palestinesi, chiedendo l’evacuazione di tutti gli insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Tuttavia, la situazione sul campo continua a deteriorarsi, alimentando un ciclo di violenza che sembra non avere fine.
