BRUXELLES – Una svolta significativa per il tessuto imprenditoriale europeo. Il Parlamento e gli Stati membri dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo politico sul pacchetto di semplificazione “Omnibus I”, un’iniziativa legislativa mirata a snellire la burocrazia e a ridurre gli oneri amministrativi per le aziende. L’intesa, accolta con favore dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, promette di generare risparmi fino a 4,5 miliardi di euro, facilitando il rispetto delle normative sulla sostenibilità e rendendo più semplice “fare affari in Europa, restando fedeli ai nostri valori”.

Cosa prevede l’accordo “Omnibus I”

Il cuore del pacchetto “Omnibus I” interviene su due pilastri della legislazione europea in materia di sostenibilità: la Direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità delle imprese (CSRD) e la Direttiva sulla due diligence di sostenibilità delle imprese (CSDDD). L’obiettivo è quello di razionalizzare e armonizzare gli obblighi di reportistica e di dovuta diligenza, concentrandoli sulle realtà aziendali di maggiori dimensioni, che hanno un impatto più significativo sul clima e sull’ambiente.

Le principali modifiche introdotte dall’accordo sono:

  • Innalzamento delle soglie per gli obblighi: L’accordo restringe notevolmente il campo di applicazione delle direttive. Per la direttiva sulla rendicontazione ambientale (CSRD), gli obblighi di redigere relazioni riguarderanno le aziende con più di 1.000 dipendenti e un fatturato netto annuo superiore a 450 milioni di euro.
  • Nuove regole per la Due Diligence: Per quanto riguarda gli obblighi di due diligence (CSDDD), questi si applicheranno solo a grandi società con più di 5.000 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 1,5 miliardi di euro.
  • Esenzione per la maggioranza delle imprese: Grazie a queste nuove soglie, si stima che circa l’85% delle imprese precedentemente interessate sarà di fatto esentato dagli obblighi di reportistica sulla sostenibilità aziendale. Questo alleggerimento è pensato soprattutto per le Piccole e Medie Imprese (PMI), che spesso faticano a sostenere i costi di compliance.
  • Maggiore flessibilità e rinvio dei termini: L’intesa introduce maggiore flessibilità per le imprese nella valutazione degli impatti negativi delle loro catene di approvvigionamento. Viene inoltre posticipato di un altro anno, al 26 luglio 2028, il termine per recepire la direttiva sulla due diligence, con l’obbligo di conformità per le società che slitta a luglio 2029.

L’impatto su competitività e Green Deal

La Presidente von der Leyen ha sottolineato come questa misura sia un passo fondamentale per alleggerire il carico burocratico senza compromettere gli obiettivi fondamentali delle normative. L’iniziativa si inserisce in un più ampio sforzo della Commissione per rafforzare la competitività a lungo termine dell’UE e sbloccare ulteriori capacità di investimento.

Tuttavia, l’accordo ha acceso un vivace dibattito politico. Sostenuto con forza dal Partito Popolare Europeo (PPE), che lo ha definito “la fine della burocrazia europea”, e dai gruppi di destra, il pacchetto è visto come una vittoria per la competitività delle imprese europee. D’altro canto, i gruppi progressisti, come Socialisti, Verdi e parte dei Liberali, hanno espresso forti preoccupazioni, interpretando la mossa come un indebolimento del Green Deal europeo. Essi temono che la riduzione dei controlli e degli obblighi di trasparenza possa rallentare la transizione ecologica del continente.

È stato inoltre ridimensionato il regime sanzionatorio per le imprese inadempienti, con multe che passano da un tetto massimo del 25% del fatturato a un più mite 3%. Anche l’obbligo per le aziende di adottare piani di transizione climatica è stato eliminato.

Le prossime tappe

L’accordo politico raggiunto dovrà ora essere confermato formalmente sia dal Parlamento Europeo che dal Consiglio. Una volta superati questi passaggi, gli Stati membri dovranno recepire le nuove disposizioni nelle rispettive legislazioni nazionali. L’intesa include anche una clausola di revisione che apre alla possibilità di estendere nuovamente, in futuro, il campo di applicazione di entrambe le direttive, a seconda delle necessità e dei risultati ottenuti.

Di veritas

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