Dalle colonne d’Ercole alle pianure della Mesopotamia, dalla fredda Britannia alle sabbie dell’Egitto, l’Impero Romano non fu solo un’entità politica, ma una complessa e prodigiosa macchina logistica. Il segreto della sua longevità e del suo controllo capillare risiedeva in un’opera di ingegneria che ancora oggi suscita meraviglia: la sua rete stradale. Oggi, grazie a una sintesi magistrale tra archeologia, tecnologia e analisi dei dati, possiamo visualizzare questa rete con una precisione mai raggiunta prima. Si chiama Itiner-e, ed è molto più di una semplice mappa: è una vera e propria macchina del tempo digitale che ci permette di ricalcolare la vastità del mondo romano.
Presentato sulle prestigiose pagine della rivista Scientific Data del gruppo Nature, Itiner-e è il frutto di una collaborazione internazionale guidata da ricercatori dell’Università Autonoma di Barcellona e dell’Università di Aarhus in Danimarca. Al progetto ha partecipato con un ruolo di rilievo anche l’Italia, grazie al contributo dell’archeologa Giuseppina Renda dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Questo team multidisciplinare ha creato il più dettagliato e completo dataset open-access del sistema viario romano, un lavoro che sta già rivoluzionando la nostra comprensione della mobilità, del commercio e dell’amministrazione nel mondo antico.
Una Rete Raddoppiata: I Numeri di un Impero Riscoperto
Il dato più eclatante emerso dal progetto Itiner-e è la dimensione stessa della rete stradale. Le stime precedenti, basate su risorse digitali come il Digital Atlas of Roman and Medieval Civilizations, si attestavano intorno ai 188.555 chilometri. Itiner-e ha quasi raddoppiato questa cifra, portando la lunghezza totale a ben 299.171 chilometri. Questo incredibile aumento non è frutto di un errore di calcolo, ma di un approccio metodologico più rigoroso e inclusivo. I ricercatori hanno infatti ampliato la copertura a regioni precedentemente meno documentate, come la Penisola Iberica, la Grecia e il Nord Africa, e hanno tracciato i percorsi con una precisione spaziale molto più elevata, seguendo i tortuosi passi di montagna e i corridoi naturali invece di semplici linee rette.
La mappa, che cristallizza l’Impero alla sua massima estensione intorno al 150 d.C., è composta da 14.769 singoli tratti stradali. Questi sono stati classificati in due categorie principali:
- 103.478 km (34,6%) come strade principali (viae publicae), le grandi arterie consolari che connettevano le città più importanti.
- 195.693 km (65,4%) come strade secondarie, una fitta rete capillare essenziale per il commercio locale e il controllo del territorio.
Tuttavia, il team ha lavorato con un’onestà intellettuale encomiabile, classificando ogni segmento in base al suo livello di certezza. Solo per il 2,7% delle strade la localizzazione è nota con assoluta precisione. La stragrande maggioranza, l’89,8%, è “congetturata” sulla base di solidi indizi, mentre il restante 7,4% è “ipotetico”, dedotto per collegare insediamenti noti dove mancano prove fisiche dirette.
La Metodologia: Un Ponte tra Fonti Antiche e Tecnologia Satellitare
Come è stato possibile ricostruire un puzzle così complesso a quasi duemila anni di distanza? La forza di Itiner-e risiede nella sua capacità di integrare una mole impressionante di dati eterogenei. Il processo si è articolato in tre fasi fondamentali:
- Identificazione: I ricercatori hanno setacciato secoli di fonti. Dai celebri documenti come l’Itinerarium Antonini e la Tabula Peutingeriana, fino all’analisi di ben 8.388 pietre miliari (i miliaria) georeferenziate nel database LIRE. A questi si sono aggiunti innumerevoli report di scavi archeologici e fonti narrative.
- Localizzazione: Una volta identificato un potenziale tratto di strada, il team lo ha geolocalizzato incrociando i dati storici con strumenti moderni. Sono state utilizzate mappe topografiche storiche, fotografie aeree degli anni ’50 e, soprattutto, immagini satellitari ad alta risoluzione.
- Digitalizzazione: Infine, ogni segmento è stato digitalizzato manualmente, assegnando metadati specifici come il livello di certezza e le fonti utilizzate. Questo approccio garantisce trasparenza e permette futuri aggiornamenti.
Più di una Mappa: Un Laboratorio per il Futuro della Ricerca
Itiner-e non è solo un affascinante “Google Maps delle vie romane”, ma un potente strumento di ricerca. La sua interfaccia interattiva, accessibile a tutti sul sito itiner-e.org, permette di calcolare percorsi e tempi di percorrenza selezionando diversi “mezzi di trasporto” dell’epoca: a piedi, a cavallo, con un mulo o a bordo di un carro. Si scopre così che per percorrere i 56 km tra Tridentium (Trento) e Bauzanum (Bolzano) a cavallo occorrevano circa 10 ore, mentre con un carro il tempo saliva a 29 ore. Una versione beta include persino le rotte marittime, fondamentali per comprendere l’economia integrata del Mediterraneo.
Questa risorsa open-source sta aprendo nuove frontiere per gli studiosi. Permetterà di ricalcolare i costi di trasporto, analizzare la diffusione di merci, idee e persino pandemie, e comprendere meglio come la logistica abbia influenzato le strategie militari e il controllo amministrativo su un territorio di oltre 4 milioni di km². È uno strumento che, come sottolineano i ricercatori, potrà essere utilizzato per esaminare l’influenza a lungo termine delle infrastrutture romane sulla connettività e lo sviluppo del paesaggio europeo, nordafricano e mediorientale.
