ROMA – Un messaggio forte e diretto, che suona come una sveglia per il Vecchio Continente. Le parole del Ministro della Difesa, Guido Crosetto, affidate a un lungo post sulla piattaforma X, offrono un’analisi lucida e a tratti spietata della nuova Strategia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti. Un documento che, secondo il ministro, non fa che “codificare” una realtà geopolitica in evoluzione da tempo e che l’ex presidente Donald Trump ha semplicemente “esplicitato”: nella grande competizione globale con la Cina, l’Europa è diventata un attore secondario, quasi irrilevante, per Washington.
Una traiettoria irreversibile: il focus è la Cina
Secondo l’analisi di Crosetto, “la traiettoria della politica americana era evidente già prima dell’avvento di Trump che ha soltanto accelerato un percorso irreversibile”. Il cuore della strategia statunitense, oggi più che mai, è la “competizione sempre più difficile, complessa e dura con la Cina”. Ogni decisione, ogni mossa sullo scacchiere internazionale da parte di Washington, deve essere letta attraverso questa lente. In questo scenario, l’Unione Europea perde la sua centralità storica. “Trump ha semplicemente esplicitato che l’Ue gli serve poco o nulla in questa competizione”, afferma senza mezzi termini il ministro.
Le debolezze dell’Europa viste da Washington
Ma perché l’Europa sarebbe diventata marginale agli occhi degli Stati Uniti? Crosetto elenca impietosamente i motivi che emergono dalla visione americana, una visione che definisce “pragmatica, senza sentimenti o legami, utilitaristica”. L’UE, secondo questa prospettiva, è debole perché:
- Non ha risorse naturali particolarmente rilevanti o utili.
- Sta perdendo la competizione sull’innovazione e la tecnologia.
- Non ha potere militare adeguato.
- Rispetto ai nuovi attori globali, è percepita come “piccola, lenta e ‘vecchia’”.
Questi giudizi, sottolinea Crosetto, non sono una sorpresa, ma riflettono posizioni note da anni all’interno del partito repubblicano e dell’area politica vicina a Trump. La nuova strategia americana, infatti, dedica poco spazio al Vecchio Continente, a riprova del suo declassamento nelle priorità di Washington.
La fine dell’ombrello americano: l’Europa di fronte a se stessa
La conseguenza più diretta e preoccupante di questo cambio di paradigma è ciò che Crosetto definisce “la pessima notizia”. L’Europa dovrà iniziare a pensare a ciò che finora gli alleati statunitensi hanno fornito “gratuitamente”: la sicurezza, la difesa e la deterrenza. E non si tratta solo di una questione militare. “Dovremo pensare noi alla nostra sicurezza”, è il monito del ministro, che da almeno tre anni, in varie sedi, avvertiva che “le garanzie di difesa regalate dopo il ’45 sarebbero finite velocemente”.
Questo disimpegno americano, che si sta concretizzando più rapidamente del previsto, costringe l’Unione Europea a fare i conti con la propria fragilità. L’era della protezione incondizionata è terminata, e ora l’Europa deve assumersi la responsabilità del proprio destino. Ciò richiede, secondo il ministro, un cambio di passo radicale, superando le “resistenze ideologiche e burocratiche che rifiutano un approccio veloce e pragmatico alle evoluzioni della realtà”.
La reazione europea e il contesto internazionale
Le dichiarazioni di Crosetto si inseriscono in un dibattito acceso. Da Bruxelles, un portavoce della Commissione Europea ha replicato sottolineando che le decisioni che riguardano l’UE vengono prese dall’UE stessa, ribadendo che “gli alleati sono più forti insieme”. Una posizione che cerca di smorzare i toni, ma che non nasconde la preoccupazione per le parole contenute nel documento strategico americano, che definisce l’Europa una civiltà “in declino” e a rischio di “cancellazione”.
Il documento, infatti, non risparmia critiche durissime all’UE, accusata di minare la sovranità nazionale, di applicare politiche migratorie fallimentari e di censurare la libertà di parola. In questo contesto, l’appello di Crosetto a una maggiore autonomia strategica europea acquista ancora più urgenza. Il ministro ha ricordato l’impegno del governo italiano nel costruire e consolidare rapporti bilaterali con nazioni in Africa, Golfo, Asia e Sud America, per garantire la sicurezza economica ed energetica del Paese, un approccio che mira a diversificare le alleanze in un mondo sempre più multipolare.
Un futuro da costruire: la sfida per l’Europa
L’analisi del Ministro Crosetto non è un semplice commento a un documento di politica estera, ma un vero e proprio appello alla presa di coscienza. L’Europa non può più contare sul faro americano per orientarsi nelle tempeste geopolitiche. La sfida per i 27 stati membri è ora quella di trovare l’unità e la forza per diventare timonieri del proprio destino, investendo in una difesa comune e in una politica estera coesa. Solo così, sembra suggerire il ministro, il Vecchio Continente potrà evitare di diventare irrilevante nella grande contesa tra Stati Uniti e Cina che definirà questo secolo.
