WASHINGTON D.C. – Un avvertimento senza precedenti, destinato a scuotere le fondamenta delle relazioni transatlantiche. La Casa Bianca, in un documento di 33 pagine che delinea la nuova Strategia di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, ha lanciato un allarme drammatico sul futuro dell’Europa, affermando che esiste un “rischio di cancellazione della civiltà”. Secondo il testo, “se le tendenze attuali continueranno, il continente sarà irriconoscibile tra 20 anni o meno”.
Questa dichiarazione, contenuta in un documento ufficiale dell’amministrazione del presidente Donald Trump, segna una rottura netta con il passato e introduce una visione del mondo radicalmente diversa, basata sul principio dell'”America First”. La nuova strategia abbandona il ruolo tradizionale degli Stati Uniti come arbitri dell’ordine democratico globale per concentrarsi su una politica estera più selettiva e transazionale.
Le cause del declino europeo secondo Washington
Il documento della Casa Bianca individua una serie di fattori che, a suo dire, starebbero portando l’Europa verso un declino inarrestabile. Tra le principali preoccupazioni elencate vi sono:
- Politiche migratorie: definite come una delle cause principali della trasformazione del continente e della creazione di conflitti interni. Il testo sostiene che l’immigrazione incontrollata stia distruggendo il concetto di stato-nazione.
- Perdita di identità e autostima: l’Europa soffrirebbe di una “mancanza di fiducia in sé stessa”, evidente soprattutto nel rapporto con la Russia.
- Attività delle istituzioni transnazionali: l’Unione Europea e altri organismi simili sono accusati di minare la libertà politica e la sovranità degli stati nazionali.
- Censura e soppressione del dissenso: il documento critica la presunta limitazione della libertà di espressione e la soppressione dell’opposizione politica in diversi paesi europei.
- Crollo dei tassi di natalità: un altro fattore chiave identificato come minaccia per il futuro demografico e culturale del continente.
- Declino economico: sebbene considerato un problema reale, viene descritto come “eclissato dalla prospettiva più reale e cruda della cancellazione della civiltà”.
Implicazioni per la NATO e la sicurezza europea
La nuova strategia americana ha profonde implicazioni per l’Alleanza Atlantica. Il documento frena sull’allargamento della NATO, affermando che “non può essere considerata in continua espansione”. Si fa strada l’idea che l’Europa debba assumersi la responsabilità primaria della propria difesa. Addirittura, secondo alcune indiscrezioni, l’amministrazione Trump vorrebbe che dal 2027 l’Europa assumesse il pieno controllo delle capacità di difesa convenzionale della NATO, riducendo drasticamente il ruolo degli Stati Uniti.
Questo cambio di paradigma è evidente anche nella gestione della guerra in Ucraina. La Casa Bianca definisce la fine delle ostilità un “interesse fondamentale” per gli Stati Uniti, al fine di stabilizzare le economie europee e ripristinare la stabilità strategica con la Russia. Tuttavia, accusa alcuni governi europei di avere “aspettative irrealistiche” sul conflitto e di essere guidati da “governi di minoranza instabili”.
Un cambio di focus: l’America Latina
Mentre l’attenzione si allontana dall’Europa, la nuova strategia pone un forte accento sull’emisfero occidentale. L’amministrazione Trump intende riaffermare una versione aggiornata della Dottrina Monroe, concentrando le risorse militari e diplomatiche sull’America Latina per contrastare l’immigrazione irregolare, il traffico di droga e l’influenza di potenze rivali come la Cina. La sicurezza dei confini viene definita “l’elemento primario della sicurezza nazionale”.
Le reazioni in Europa
Le dure parole contenute nel documento hanno suscitato reazioni immediate e preoccupate in Europa. Il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, ha risposto seccamente affermando che “la Germania non necessita di consigli esterni”. Fonti dell’Unione Europea hanno espresso timore che la Casa Bianca voglia trattare l’Europa come un rivale e diffondere la propria ideologia. La responsabile della politica estera dell’UE, Kaja Kallas, pur ribadendo che gli USA restano un alleato fondamentale, ha ammesso che l’Europa ha forse “sottovalutato il proprio potere nei confronti della Russia” e ha bisogno di una maggiore autoconsapevolezza.
Nonostante la retorica aspra, il documento americano afferma che l’obiettivo non è abbandonare l’Europa, definita “strategicamente e culturalmente vitale”, ma “aiutarla a correggere la sua attuale traiettoria”. Per farlo, Washington intende sostenere apertamente i “partiti patriottici” europei, visti come una speranza per una “rinascita dello spirito europeo”.
