Un’altra defezione eccellente scuote la fiera della piccola e media editoria “Più Libri Più Liberi” a Roma. Dopo il fumettista Zerocalcare, anche il noto giornalista, scrittore e autore televisivo Corrado Augias ha annunciato la sua decisione di non partecipare all’evento. La causa è la medesima che ha spinto alla rinuncia l’autore di “Kobane Calling”: la presenza tra gli stand della casa editrice Passaggio al Bosco, considerata vicina ad ambienti neofascisti e di estrema destra.
La decisione di Augias è stata comunicata attraverso una lettera aperta pubblicata sul sito di Repubblica, il quotidiano con cui collabora da anni. Nel testo, lo scrittore, che avrebbe dovuto tenere un intervento su Piero Gobetti nel pomeriggio presso l’Arena Repubblica-Robinson, ha spiegato con parole nette e inequivocabili le ragioni del suo gesto.
“Non voglio avere nulla a che spartire con chi si fa complice di un regime criminale”
Nella sua lettera, Augias traccia una linea invalicabile, quella della tolleranza di fronte a ideologie che si richiamano al nazismo. “Io sono favorevole alla tolleranza, anzi la pratico – anche con gli intolleranti per scelta, per età, per temperamento. C’è però una distinzione. Un conto sono gli intolleranti, un altro, ben diverso, chi si fa partecipe cioè complice delle idee di un regime criminale come il nazismo”, ha scritto il giornalista. Una posizione ferma che non lascia spazio a interpretazioni: pur non avendo nulla in contrario all’esistenza di un editore con “dichiarate simpatie neonaziste”, Augias rifiuta categoricamente di condividerne lo spazio, anche quello di un “bel salone” come la Nuvola dell’Eur.
Per rafforzare il suo punto di vista, lo scrittore ha rievocato un significativo episodio storico, un dibattito tra Vittorio Foa, esponente socialista ed ebreo, e Giorgio Pisanò, convinto neofascista e repubblichino di Salò. Di fronte al tentativo di Pisanò di equiparare le rispettive posizioni durante la guerra, Foa replicò: “Pisanò sa qual è la differenza? Abbiamo vinto noi la guerra e lei oggi è senatore – se aveste vinto voi io sarei in galera”. Con questo aneddoto, Augias ha voluto sottolineare l’asimmetria insanabile tra fascismo e antifascismo, tra oppressori e oppressi, rifiutando ogni forma di equiparazione.
La scia di Zerocalcare e la protesta del mondo culturale
La scelta di Corrado Augias segue di pochi giorni quella, altrettanto rumorosa, del fumettista Zerocalcare (Michele Rech). Anche lui aveva annunciato la sua assenza dalla fiera, spiegando di non poter condividere spazi con chi promuove ideologie nazifasciste. La decisione di Zerocalcare era maturata dopo la diffusione di un appello, firmato da oltre 80 tra autori, editori e personalità del mondo della cultura, tra cui Alessandro Barbero, Antonio Scurati, Anna Foa e Caparezza, che chiedeva all’Associazione Italiana Editori (AIE), organizzatrice della fiera, di prendere posizione sulla presenza di Passaggio al Bosco.
I firmatari dell’appello hanno espresso “sorpresa e preoccupazione” per l’ammissione di una casa editrice il cui catalogo, a loro dire, si basa in larga parte “sull’esaltazione di esperienze e figure fondanti del pantheon nazifascista e antisemita”. Tra i titoli citati figurano opere di Léon Degrelle, fondatore della divisione vallona delle Waffen SS, e di Corneliu Zelea Codreanu, leader del violento movimento fascista romeno Guardia di Ferro.
La posizione dell’AIE e il dibattito sulla libertà d’espressione
L’Associazione Italiana Editori ha replicato alle polemiche sottolineando di non poter escludere un editore sulla base della sua linea editoriale, a patto che questo sottoscriva un contratto che impone l’adesione ai principi della Costituzione italiana. Il presidente dell’AIE, Innocenzo Cipolletta, pur comprendendo le sensibilità toccate, ha affermato: “Siamo contro tutte le censure, non solo le censure che riguardano opinioni che noi condividiamo, siamo contro le censure anche per le opinioni che non condividiamo”. Una posizione che ha aperto un dibattito complesso sul confine tra la libertà di espressione e il divieto di apologia di fascismo.
La protesta, tuttavia, non si è fermata alle defezioni individuali. Un gruppo di editori ha organizzato una “serrata simbolica” per la giornata di sabato, oscurando i propri stand per distribuire un volantino con la scritta: “Vogliamo una Più libri più liberi antifascista”. Un gesto forte per ribadire che la cultura non può essere un terreno neutrale di fronte a ideologie che negano i valori fondamentali della democrazia e della dignità umana.
