L’Unione Europea ha compiuto un passo decisivo e storico verso la propria indipendenza energetica. In un trilogo cruciale, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un’intesa provvisoria su un regolamento che sancisce l’eliminazione graduale e giuridicamente vincolante delle importazioni di gas naturale dalla Russia. Questa mossa strategica, parte integrante del piano REPowerEU, mira a porre fine in modo definitivo alla dipendenza da un fornitore considerato inaffidabile e a rafforzare la resilienza del mercato energetico continentale.
Una Svolta Geopolitica ed Energetica
La decisione di Bruxelles rappresenta una netta cesura con il passato e una risposta diretta alle tensioni geopolitiche che hanno caratterizzato gli ultimi anni. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha definito l’accordo “una giornata storica”, sottolineando come l’UE stia voltando pagina per entrare in “una nuova era, l’era della piena indipendenza energetica dell’Europa dalla Russia”. Dall’inizio del conflitto in Ucraina, l’Unione ha già ridotto drasticamente la sua dipendenza dal gas russo, passando dal 45% al 13% del totale delle importazioni, e azzerando quelle di carbone. L’obiettivo finale è ridurre a zero i pagamenti verso la Russia per i combustibili fossili, che all’inizio della guerra ammontavano a 12 miliardi di euro al mese e ora sono scesi a 1,5 miliardi.
Le Tappe dell’Addio al Gas Russo
L’accordo delinea una tabella di marcia precisa e dettagliata per il phase-out completo. Il divieto, che scatterà sei settimane dopo l’entrata in vigore del regolamento, prevede scadenze differenziate per il gas naturale liquefatto (GNL) e per quello trasportato tramite gasdotti, tenendo conto della complessità dei contratti in essere.
- Gas Naturale Liquefatto (GNL): Il divieto totale per le importazioni di GNL russo entrerà in vigore dalla fine del 2026. Per i contratti a breve termine conclusi prima del 17 giugno 2025, lo stop è fissato al 25 aprile 2026. I contratti a lungo termine, invece, cesseranno a partire dal 1° gennaio 2027.
- Gas via Gasdotto: L’eliminazione completa delle importazioni tramite pipeline avverrà nell’autunno del 2027. I contratti a breve termine dovranno essere interrotti entro il 17 giugno 2026, mentre per quelli a lungo termine lo stop definitivo è previsto per il 30 settembre 2027, con una possibile proroga al 1° novembre 2027 in caso di necessità per il riempimento degli stoccaggi.
Sei settimane dopo l’entrata in vigore del regolamento, sarà inoltre vietata la stipula di nuovi contratti, sia a breve che a lungo termine, per la fornitura di gas russo.
Misure di Controllo e Sicurezza
Per garantire l’efficacia del divieto ed evitare aggiramenti, il regolamento introduce un regime di autorizzazione preventiva per le importazioni di gas, sia russo che non. Durante il periodo di transizione, le aziende che importano gas russo dovranno fornire informazioni dettagliate per giustificare i volumi, basati esclusivamente sui contratti esistenti. Vengono inoltre potenziati i poteri di sorveglianza della Commissione Europea.
I governi degli Stati membri saranno tenuti a presentare piani nazionali di diversificazione energetica, delineando la propria strategia per affrancarsi dalle forniture russe. È prevista anche una clausola di sospensione che permette di interrompere temporaneamente l’applicazione del regolamento in caso di minacce improvvise alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico di uno o più Paesi dell’Unione. Il regolamento sarà riesaminato entro due anni dalla sua entrata in vigore per valutare eventuali aggiustamenti necessari.
Le Reazioni e le Prospettive Future
Il Commissario europeo per l’Energia, Dan Jorgensen, ha commentato con enfasi l’accordo: “Finalmente, e per sempre, stiamo chiudendo il rubinetto del gas russo. Non torneremo mai più alla nostra pericolosa dipendenza dalla Russia“. Ha inoltre sottolineato come questa decisione rappresenti “un buon giorno per l’Europa e per l’Ucraina, un giorno molto brutto per la Russia”.
L’intesa, che dovrà ora essere ratificata formalmente dai 27 Stati membri e dalla Plenaria del Parlamento europeo, ha visto posizioni diverse durante i negoziati, con l’Eurocamera che spingeva per un divieto più rapido e alcuni Stati membri che chiedevano più tempo. L’Ungheria ha già annunciato l’intenzione di fare ricorso alla Corte di Giustizia Europea. Parallelamente, la Commissione si è impegnata a presentare una proposta legislativa per eliminare gradualmente anche le importazioni di petrolio russo entro la fine del 2027.
Questa decisione storica non solo mira a colpire le finanze del Cremlino, ma apre anche la strada a nuove partnership energetiche e a un’accelerazione della transizione verso fonti di energia pulita, locale e accessibile, ridisegnando il futuro energetico del continente in nome della sicurezza e dell’autonomia.
