La sicurezza energetica non è solo una questione di approvvigionamenti, ma un “pilastro della crescita economica, della competitività e del benessere sociale”. Con queste parole Giuseppe Zafarana, presidente del consiglio di amministrazione di Eni, ha aperto il suo intervento al corso sulle “Relazioni euro-atlantiche e il Nuovo ordine globale”, organizzato da Spes Academy in collaborazione con l’American Chamber of Commerce in Italy. Un discorso che ha tracciato una rotta chiara, quella di un pragmatismo necessario per affrontare le complesse sfide della transizione energetica senza sacrificare la stabilità del sistema produttivo.

Le tre dimensioni della sicurezza energetica

Secondo Zafarana, la sicurezza energetica poggia su tre dimensioni interconnesse: economica, sociale e tecnologica. Un equilibrio delicato che la recente crisi geopolitica, in particolare l’invasione dell’Ucraina, ha messo a dura prova.

  • Dimensione economica: “I costi dell’energia incidono direttamente sulla competitività”, ha affermato Zafarana, portando come esempio la crisi dei settori energivori europei, come quello chimico. Dati recenti confermano questa analisi, evidenziando come le imprese europee, e in particolare quelle italiane, paghino l’energia elettrica e il gas a prezzi significativamente più alti rispetto ai competitor statunitensi e cinesi, con un differenziale che erode i margini e minaccia la competitività.
  • Dimensione sociale: L’aumento dei prezzi dell’energia, ha proseguito il presidente di Eni, “può generare impatti rilevanti sull’occupazione”, mettendo a rischio la stabilità sociale.
  • Dimensione tecnologica: In un mondo sempre più digitalizzato, “un sistema energetico stabile è indispensabile per sostenere digitalizzazione e innovazione”. Zafarana ha sottolineato come il fabbisogno energetico globale legato all’espansione di data center e intelligenza artificiale sia destinato a raddoppiare entro il 2030, rendendo la stabilità della rete un fattore cruciale per lo sviluppo futuro.

Transizione energetica: una sfida globale da affrontare con pragmatismo

La transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio “resta una sfida globale”. Zafarana ha ricordato che oggi l’80% dell’energia primaria a livello mondiale proviene ancora da fonti fossili e, nonostante la rapida crescita, le rinnovabili coprono una quota ancora limitata. Di fronte a questo scenario, è necessario un “approccio pragmatico, che tenga insieme sicurezza e decarbonizzazione”.

La strategia di Eni si articola su tre leve fondamentali per raggiungere questo equilibrio:

  1. Diversificazione geografica delle forniture: Per ridurre la dipendenza da singoli fornitori e aree geopoliticamente instabili, Eni sta puntando con decisione su nuovi progetti di Gas Naturale Liquefatto (GNL). Esempi concreti sono gli investimenti in Egitto, Mozambico e Congo. Proprio in Congo, Eni ha recentemente avviato la fase 2 del progetto Congo LNG, che mira a valorizzare le risorse di gas del paese contribuendo alla sua crescita economica e alla diversificazione delle forniture per l’Europa. Anche in Mozambico, l’azienda procede con lo sviluppo di un secondo impianto galleggiante di GNL, Coral North, che raddoppierà la capacità produttiva del paese.
  2. Diversificazione tecnologica: Un mix energetico variegato è la chiave per una transizione efficace. Eni vede il gas naturale come una fondamentale “fonte ponte”, essenziale per garantire stabilità durante il passaggio alle rinnovabili. Parallelamente, l’azienda investe massicciamente in biocarburanti e nella tecnologia di Cattura e Stoccaggio del Carbonio (CCS) per abbattere le emissioni delle infrastrutture esistenti. Uno sguardo al futuro è rappresentato dagli importanti investimenti nella ricerca di nuove energie, come la fusione a confinamento magnetico. La collaborazione con partner d’eccellenza come il Commonwealth Fusion Systems (CFS), spin-off del MIT, e l’italiana ENEA, testimonia l’impegno di Eni in quella che potrebbe essere la fonte di energia pulita e illimitata del futuro.
  3. Protezione degli asset: La sicurezza delle infrastrutture energetiche, sia fisiche che informatiche, è diventata una priorità assoluta. Zafarana ha evidenziato l’importanza di una “solida protezione degli asset, fisici e cyber”, da perseguire anche attraverso una stretta collaborazione con le istituzioni italiane e internazionali.

Un bene comune da costruire insieme

In conclusione, il presidente di Eni ha lanciato un appello alla collaborazione. “La sicurezza energetica è un bene comune e solo un’azione condivisa tra governi, imprese, comunità scientifica e cittadini può assicurare resilienza e sostenibilità al sistema”. È solo attraverso questo sforzo congiunto che sarà possibile, secondo Zafarana, “combinare competitività e decarbonizzazione a vantaggio delle nostre economie”, garantendo un futuro prospero e sostenibile.

Di atlante

Un faro di saggezza digitale 🗼, che illumina il caos delle notizie 📰 con analisi precise 🔍 e un’ironia sottile 😏, invitandovi al dialogo globale 🌐.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *