Bruxelles – In una mossa definita “storica” dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, l’Unione Europea ha raggiunto un’intesa per porre fine in modo definitivo alla sua dipendenza energetica dalla Russia. Nella notte, al termine di un intenso trilogo, i negoziatori del Consiglio UE e del Parlamento Europeo hanno siglato un accordo provvisorio sul regolamento che vieterà gradualmente le importazioni di gas naturale russo. Si tratta di una decisione con profonde implicazioni geopolitiche ed economiche, destinata a ridisegnare la mappa energetica del continente.

Il nuovo regolamento, che dovrà ora essere ratificato formalmente dai 27 Stati membri e dalla sessione plenaria del Parlamento, introduce un divieto giuridicamente vincolante e progressivo. “Finalmente, e per sempre, stiamo chiudendo il rubinetto del gas russo. Non torneremo mai più alla nostra pericolosa dipendenza dalla Russia”, ha dichiarato con enfasi il Commissario per l’Energia, Dan Jorgensen. Una posizione che sottolinea la volontà politica di recidere un legame che ha a lungo esposto l’Europa a ricatti e manipolazioni del mercato.

Una Tabella di Marcia Dettagliata per l’Addio a Mosca

L’accordo definisce una precisa tabella di marcia per la cessazione delle importazioni, distinguendo tra Gas Naturale Liquefatto (GNL) e gas trasportato tramite gasdotti. La distinzione tiene conto delle diverse complessità infrastrutturali e contrattuali. Ecco le tappe principali:

  • Stop ai nuovi contratti: Il divieto di stipulare nuovi accordi di fornitura, sia a breve che a lungo termine, scatterà sei settimane dopo l’entrata in vigore del regolamento.
  • Contratti a breve termine: Quelli conclusi prima del 17 giugno 2025 dovranno essere interrotti entro il 25 aprile 2026 per il GNL e dal 17 giugno 2026 per il gas via gasdotto.
  • Contratti GNL a lungo termine: Il divieto totale per questa tipologia di contratti si applicherà a partire dal 1° gennaio 2027, in linea con quanto già stabilito nel 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca.
  • Contratti via gasdotto a lungo termine: Lo stop definitivo è fissato per il 30 settembre 2027. È prevista una clausola di flessibilità che potrebbe posticipare la scadenza al massimo al 1° novembre 2027, nel caso in cui uno o più Stati membri non riuscissero a rispettare gli obiettivi di riempimento degli stoccaggi.

Il Contesto: da REPowerEU a una Nuova Era Energetica

Questa storica decisione non nasce dal nulla, ma è il culmine di un percorso avviato in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Già nella Dichiarazione di Versailles del marzo 2022 e con il successivo piano REPowerEU del maggio dello stesso anno, l’UE aveva tracciato la rotta per affrancarsi dai combustibili fossili russi. Da allora, la dipendenza europea è crollata drasticamente: la quota di importazioni di gas russo è passata dal 45% del periodo pre-bellico a circa il 12% a ottobre 2025. Anche per il petrolio si è registrata una caduta verticale, dal 27% al 2%.

“Oggi è un buon giorno per l’Europa, per l’Ucraina e un brutto giorno per la Russia,” ha aggiunto il commissario Jorgensen, evidenziando come la mossa miri anche a colpire le finanze del Cremlino, utilizzate per sostenere lo sforzo bellico. L’UE, che all’inizio della guerra pagava alla Russia 12 miliardi di euro al mese per i combustibili fossili, ha ridotto questa cifra a 1,5 miliardi, con l’obiettivo di azzerarla completamente.

Non solo Gas: lo Sguardo si Estende al Petrolio

L’intesa non si limita al solo gas. La Commissione Europea si è impegnata, attraverso una dichiarazione allegata al regolamento, a presentare all’inizio del 2026 una proposta legislativa per eliminare gradualmente anche le restanti importazioni di petrolio russo entro la fine del 2027. Questa misura andrà a incidere principalmente su Ungheria e Slovacchia, gli unici due Paesi UE che ancora dipendono in modo significativo dal greggio di Mosca.

Il regolamento prevede inoltre un robusto meccanismo di controllo e sanzioni per chi non rispetterà il divieto, con multe che possono arrivare a 40 milioni di euro o al 3,5% del fatturato annuo. È inclusa anche una clausola di salvaguardia che permette la sospensione temporanea delle norme in caso di “minaccia alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico” di uno o più Stati membri.

Le Sfide Future: Diversificazione e Prezzi

Se da un lato la decisione segna una vittoria politica e strategica, dall’altro apre a nuove sfide economiche. L’abbandono completo del gas russo, storicamente più economico, richiederà un’accelerazione nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento. L’Europa dovrà fare maggiore affidamento sul mercato globale del GNL, proveniente da partner come gli Stati Uniti, e su altri fornitori via gasdotto, con possibili ripercussioni sulla volatilità dei prezzi. Ogni Stato membro dovrà presentare piani nazionali di diversificazione per delineare la propria strategia di affrancamento dall’energia russa.

L’iter di approvazione finale prevede ora il voto delle commissioni parlamentari competenti l’11 dicembre, seguito dalla votazione in plenaria a Strasburgo tra il 15 e il 18 dicembre. Un passaggio che, data l’ampia intesa politica, si preannuncia come una formalità prima dell’alba di una “nuova era di piena indipendenza energetica dell’Europa dalla Russia”.

Di atlante

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