Città del Vaticano – Un messaggio di profonda sintonia e gratitudine è stato inviato dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, a Sua Santità Papa Leone XIV, al Suo rientro dal significativo e delicato viaggio apostolico che lo ha visto pellegrino di pace in Turchia e Libano. Le parole del Capo dello Stato, inviate al Pontefice mentre l’aereo papale sorvolava lo spazio aereo italiano, sottolineano l’importanza di una missione diplomatica e pastorale che ha toccato il cuore pulsante delle tensioni e delle speranze del Mediterraneo.
“Santità, al rientro dal Suo viaggio apostolico in Turchia e Libano, Le rivolgo il mio affettuoso pensiero“, ha esordito il Presidente Mattarella. “Il Suo richiamo incessante al rispetto della persona umana, alla solidarietà e all’inclusione ha trovato corrispondenza nell’entusiasmo dei tanti che si sono radunati per accoglierLa“. Un’accoglienza calorosa che, come evidenziato dal Quirinale, testimonia il bisogno universale di messaggi che uniscano anziché dividere.
Un Viaggio tra Dialogo Interreligioso e Pluralismo Culturale
Il viaggio di Papa Leone XIV si è configurato come uno dei più complessi del suo pontificato, inserendosi in un contesto geopolitico di estrema delicatezza. La prima tappa, in Turchia, è stata caratterizzata dall’incontro con le massime autorità politiche e religiose, in un clima di dialogo costruttivo. Fonti vaticane riferiscono di colloqui incentrati sulla necessità di tutelare le minoranze cristiane, radicate da secoli in quelle terre, e sull’importanza della libertà religiosa come pilastro di ogni società democratica. Il Pontefice ha più volte ribadito come il dialogo tra Cristianesimo e Islam non sia un’opzione, ma una necessità per sradicare il fondamentalismo che strumentalizza il nome di Dio.
Successivamente, in Libano, il Papa ha toccato con mano la realtà di un paese definito “messaggio” di convivenza, ma oggi messo a dura prova da una crisi economica e sociale senza precedenti. Qui, l’attenzione del Pontefice si è concentrata sui giovani, come sottolineato anche dal Presidente Mattarella nel suo messaggio: “Mi riferisco, in particolare, ai giovani, chiamati a tutelare l’identità plurale del Mediterraneo, affinché torni a essere un crocevia di dialogo e di pace“. L’incontro con migliaia di giovani libanesi di diverse confessioni religiose è stato uno dei momenti più toccanti del viaggio, un appello vibrante a non cedere alla rassegnazione e a costruire insieme un futuro di fraternità.
L’Appello per un Mediterraneo “Crocevia di Pace”
Il riferimento del Presidente Mattarella al Mediterraneo come “crocevia di dialogo e di pace” raccoglie e amplifica il nucleo del messaggio papale. Durante la sua missione, Papa Leone XIV ha costantemente esortato i leader e i popoli a trasformare il Mare Nostrum da un luogo di conflitto e tragedia – con un pensiero sempre rivolto al dramma dei migranti – a un ponte tra culture, religioni e continenti. Un mare che non separa, ma unisce, diventando laboratorio di un nuovo umanesimo fondato sulla solidarietà e l’accoglienza.
L’entusiasmo descritto da Mattarella non è stato solo un’espressione di devozione popolare, ma la risposta concreta a un bisogno profondo di speranza. Le piazze gremite, i volti dei giovani, le testimonianze delle comunità locali hanno rappresentato il successo di una diplomazia della fede che, attraverso gesti concreti e parole di conforto, riesce a parlare un linguaggio universale.
Il messaggio del Quirinale si conclude con un saluto che racchiude il sentimento dell’intera nazione: “A nome del popolo italiano e mio personale desidero porgerLe il più cordiale e sincero saluto“. Un saluto che non è solo un atto formale, ma il riconoscimento del ruolo insostituibile della Santa Sede come attore morale globale e del magistero di Papa Leone XIV come punto di riferimento essenziale per affrontare le complesse sfide del nostro tempo.
