TEGUCIGALPA – Il futuro dell’Honduras è appeso a un filo. In un’elezione presidenziale che si sta rivelando una delle più combattute della sua storia recente, il candidato di centro Salvador Nasralla ha superato nelle ultime ore il conservatore Nasry “Tito” Asfura. Un sorpasso avvenuto dopo una lunga e snervante attesa, che ha visto il Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) interrompere la pubblicazione dei risultati per oltre 24 ore, alimentando un clima di sospetto e accuse incrociate.
Secondo gli ultimi dati ufficiali diffusi dal CNE, con il 60,95% delle schede scrutinate, Salvador Nasralla, candidato del Partito Liberale, ha ottenuto 785.710 voti, pari al 39,96%. Una manciata di voti in più rispetto al suo diretto avversario, Nasry “Tito” Asfura del Partito Nazionale, fermo a 783.193 preferenze, corrispondenti al 39,83%. Un margine risicatissimo che descrive un paese spaccato a metà e che rende ogni scheda ancora da scrutinare potenzialmente decisiva.
Un Sorpasso che Infiamma il Clima Politico
Il sorpasso di Nasralla è arrivato come un colpo di scena dopo che i dati iniziali davano Asfura in leggero vantaggio. La svolta è avvenuta in seguito a uno stop prolungato nella trasmissione dei risultati da parte del CNE, un ritardo che ha immediatamente innescato la polemica. Entrambi i principali candidati, così come la terza classificata Rixi Moncada del partito di sinistra Libre (Libertà e Rifondazione), hanno denunciato irregolarità e pressioni sull’organo elettorale, gettando ombre sulla trasparenza del processo. La tensione è palpabile nelle strade e sui social media, con i sostenitori di entrambe le fazioni che si scambiano accuse di frode, in attesa che lo spoglio, che procede a rilento, giunga al termine.
I Protagonisti della Sfida Elettorale
La contesa vede fronteggiarsi due figure molto diverse del panorama politico honduregno:
- Salvador Nasralla: Conosciuto come “El señor de la televisión” (Il signore della televisione) per la sua lunga carriera come giornalista sportivo e presentatore, Nasralla è una figura carismatica e un politico atipico. Ingegnere di formazione, ha fondato il Partito Anticorruzione prima di candidarsi con il Partito Liberale, con l’obiettivo di riportare al potere la storica formazione politica dopo 16 anni di assenza. La sua campagna si è concentrata sulla lotta alla corruzione, un tema profondamente sentito in un paese segnato da scandali e malgoverno.
- Nasry “Tito” Asfura: Esponente del conservatore Partito Nazionale, al governo per tre mandati consecutivi, Asfura è un politico di lungo corso, già sindaco della capitale Tegucigalpa. Conosciuto anche con il soprannome di “Papi a la Orden”, è un imprenditore del settore edile di origine palestinese. La sua candidatura ha ricevuto un inatteso e discusso appoggio dall’ex presidente statunitense Donald Trump, che alla vigilia del voto lo ha definito “l’unico vero amico della libertà in Honduras”. Questo endorsement ha avuto un forte impatto, specie tra gli honduregni che vivono negli USA.
Distaccata al terzo posto si trova Rixi Moncada, candidata del partito di sinistra Libre, che secondo le proiezioni attuali subirebbe una brusca frenata rispetto alle aspettative.
Un Paese al Bivio: Le Vere Poste in Gioco
Al di là dei numeri e dei protagonisti, queste elezioni rappresentano un momento cruciale per l’Honduras, una nazione attanagliata da problemi strutturali profondi. Con circa il 60% della popolazione che vive in condizioni di povertà, una violenza endemica legata alle bande criminali (le “maras”) e una corruzione pervasiva, il paese è da anni uno dei principali punti di partenza delle ondate migratorie verso gli Stati Uniti. Il vincitore di questa tornata elettorale erediterà una situazione economica e sociale esplosiva e avrà il compito improbo di offrire risposte concrete a una popolazione stremata.
La comunità internazionale, e in particolare Washington, osserva con grande attenzione l’evolversi della situazione. La stabilità dell’Honduras è considerata strategica per l’intera regione centroamericana. L’intervento di Donald Trump, che ha accusato il CNE di voler alterare i risultati, ha ulteriormente alzato il livello di tensione, minacciando conseguenze in caso di presunte frodi.
Ora, tutti gli occhi sono puntati sul Consiglio Nazionale Elettorale, da cui dipende non solo la proclamazione del prossimo presidente, ma anche la tenuta democratica e la pace sociale di un’intera nazione.
