Nelle ultime ore, il dibattito politico internazionale è stato scosso da una notizia rivelatasi poi infondata: il presunto fermo di Federica Mogherini, ex Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza. Sebbene la notizia sia stata rapidamente smentita e classificata come fake news, ha offerto l’occasione per un duro attacco da parte della Russia nei confronti delle istituzioni europee, mettendo in luce, ancora una volta, la fragilità dell’ecosistema informativo e la facilità con cui la disinformazione può essere utilizzata come arma geopolitica.
A cavalcare l’onda della notizia falsa è stata Maria Zakharova, la nota e battagliera portavoce del Ministero degli Esteri russo. In una dichiarazione rilasciata all’agenzia di stampa statale Tass, Zakharova ha utilizzato la presunta vicenda di Mogherini per accusare l’Unione Europea di ipocrisia, affermando che Bruxelles “preferisce ignorare i propri problemi di corruzione, ma fa costantemente la predica agli altri”.
Le Accuse di Mosca: Corruzione e Aiuti all’Ucraina
Le dichiarazioni di Maria Zakharova non si sono limitate a un commento generico. La portavoce russa ha affondato il colpo, collegando la presunta corruzione sistemica nell’UE alla gestione degli aiuti destinati a Kiev. Secondo le sue parole, nell’Unione Europea “milioni di euro fluiscono attraverso i ‘canali della corruzione’ verso Kiev”, un fenomeno che, a suo dire, “va avanti da anni ed è sotto gli occhi di tutti”.
Questo tipo di retorica non è nuovo per il Cremlino. Da tempo, la Russia porta avanti una narrazione che mira a delegittimare le istituzioni occidentali, dipingendole come corrotte, inefficienti e moralmente superiori solo a parole. L’obiettivo è duplice:
- Uso interno: Consolidare il consenso interno, mostrando al proprio pubblico che i problemi di corruzione non sono un’esclusiva russa, ma una piaga diffusa anche in quei Paesi che si ergono a giudici.
- Uso esterno: Minare la credibilità e la coesione dell’Unione Europea, specialmente agli occhi dei Paesi terzi e dell’opinione pubblica globale, indebolendo così l’efficacia delle sue politiche e sanzioni.
L’attacco di Zakharova si inserisce perfettamente in questa strategia, sfruttando una notizia falsa per veicolare un messaggio politico ben preciso e amplificarlo attraverso i canali mediatici statali.
Il Contesto: Cos’è il “Qatargate” e Perché il Nome di Mogherini è Stato Coinvolto
È fondamentale fare chiarezza. La notizia del fermo di Federica Mogherini è completamente falsa. Tuttavia, il suo nome era emerso marginalmente nelle prime fasi dell’inchiesta nota come “Qatargate”, lo scandalo di presunta corruzione che ha scosso il Parlamento Europeo alla fine del 2022. L’inchiesta riguardava sospetti tentativi da parte di Qatar e Marocco di influenzare le decisioni economiche e politiche del Parlamento tramite la dazione di denaro e regali a persone che ricoprivano posizioni di rilievo.
In quel contesto, il nome di Mogherini era stato menzionato in relazione ad alcune attività e viaggi, ma è importante sottolineare che la sua posizione è stata rapidamente chiarita e archiviata dalla Procura di Milano nel luglio del 2023, che non ha ravvisato alcun illecito a suo carico. La sua estraneità ai fatti è stata dunque accertata a livello giudiziario.
La campagna di disinformazione ha quindi decontestualizzato e distorto un vecchio coinvolgimento marginale e già archiviato, trasformandolo in un “arresto” mai avvenuto, al solo scopo di creare uno scandalo mediatico da strumentalizzare.
Disinformazione come Strumento di Guerra Ibrida
L’episodio rappresenta un caso di studio perfetto di come la disinformazione operi nell’era digitale. Una notizia falsa, creata ad arte o nata da un’interpretazione errata, viene immessa nel circuito informativo. Successivamente, viene raccolta e amplificata da attori statali che la utilizzano per i propri fini propagandistici. L’obiettivo non è tanto convincere della veridicità della singola notizia, quanto piuttosto inquinare il dibattito pubblico, generare sfiducia nelle istituzioni e nei media tradizionali, e creare un clima di incertezza e sospetto.
In un mondo interconnesso ma polarizzato, la capacità di discernere le notizie verificate da quelle false diventa una competenza civica essenziale. Questo episodio ci ricorda l’importanza di affidarsi a fonti autorevoli e di approcciare con scetticismo le notizie sensazionalistiche, specialmente quando provengono da fonti con un chiaro agenda politica.
