Roma – La Città Eterna si arricchisce di un nuovo, abbagliante gioiello. Non si tratta però di una pietra preziosa incastonata su un anello, ma di una monumentale opera d’arte che ne reinterpreta la forma e il significato. Dal primo dicembre, la Terrazza del Pincio è dominata da “Solitário”, la creazione dell’acclamata artista portoghese Joana Vasconcelos. L’installazione, visibile fino al primo aprile, è un anello gigante che sfida le convenzioni, unendo in un dialogo inaspettato l’universo femminile del lusso e quello maschile dei motori e del buon vivere.
L’opera è stata inaugurata alla presenza del Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, dell’artista stessa e di Giancarlo Giammetti, co-fondatore della Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, ente promotore dell’iniziativa insieme allo spazio culturale PM23. Questo evento segna un ulteriore passo nel percorso di valorizzazione di Roma attraverso l’arte pubblica, un progetto che mira a rendere la cultura accessibile e a creare un ponte tra il glorioso passato della capitale e la sua vocazione al futuro.
Ingegneria di un Sogno: La Struttura di “Solitário”
Da un punto di vista tecnico e materico, “Solitário” è un’opera di grande impatto e complessità ingegneristica, un campo che, come fisico e ingegnere, non posso che ammirare. La struttura è composta da 110 cerchioni di automobili dorati, assemblati a formare una circonferenza di diversi metri di diametro. Questa scelta non è casuale: i cerchioni, elementi iconici del mondo automobilistico, vengono decontestualizzati e nobilitati, trasformati da componenti funzionali a elementi di un gioiello scultoreo.
A sormontare la fede circolare, al posto del tradizionale diamante, si erge una piramide rovesciata composta da 1.450 bicchieri di cristallo. Questa piramide cattura e rifrange la luce, simulando la brillantezza di un diamante gigante e creando un effetto visivo di grande suggestione, soprattutto al tramonto, quando il sole cala sui tetti di Roma. La scelta dei materiali è intrinsecamente legata al duplice significato che l’artista ha voluto infondere nell’opera.
Un Dialogo tra Generi e Stili di Vita
“La mia creazione ha un doppio significato”, ha spiegato Joana Vasconcelos durante l’inaugurazione. “Oltre a rappresentare un anello con solitario, che è il sogno di ogni donna, parla anche delle passioni dell’uomo, le automobili e un buon bicchiere di whisky”. Questa dichiarazione svela la chiave di lettura dell’installazione: un’indagine audace e ironica sugli stereotipi di genere e sui simboli di status nella società contemporanea.
L’opera invita a una riflessione sulla trasformazione di questi simboli. Il cerchione, simbolo di potenza e velocità, si unisce al bicchiere di cristallo, evocatore di lusso e convivialità, per creare un oggetto che è la quintessenza del desiderio, sia maschile che femminile. È un’analisi acuta di come il lifestyle moderno sia un intreccio di aspirazioni, spesso codificate, che l’arte di Vasconcelos riesce a smontare e ricomporre in una nuova, affascinante sintesi.
“Venus”: Un Percorso d’Arte Diffusa per Roma
“Solitário” non è un evento isolato, ma la seconda tappa di un più ampio progetto artistico denominato “Venus”, promosso da PM23 e sostenuto con vigore dalla Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti. La prima installazione, “I’ll Be Your Mirror”, una monumentale maschera veneziana composta da 255 modanature barocche in bronzo e 510 specchi, è stata svelata in Piazza Mignanelli, sede storica della maison Valentino e dello spazio culturale PM23. Entrambe le opere creano un percorso di arte pubblica che si snoda in luoghi iconici della città, dialogando con l’architettura e l’identità profonda di Roma.
Il progetto culminerà con la mostra “Venus”, prevista per gennaio 2026 nello spazio PM23. Come anticipato da Giancarlo Giammetti, l’impegno della Fondazione non si ferma all’estetica, ma abbraccia anche una forte dimensione sociale. Un esempio è la “Valchiria”, un’opera alta 15 metri composta da moduli di uncinetto realizzati a mano da 200 persone, che ha visto la collaborazione di diverse comunità, tra cui i bambini dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, associazioni come Intersos e Differenza Donna, le detenute di Rebibbia e studenti di scuole di moda. Un modo per dimostrare come l’arte possa essere un potente strumento di inclusione e dialogo.
Come ha sottolineato il sindaco Gualtieri, “queste opere di arte contemporanea sono un regalo per la città e mostrano il dialogo con il passato che noi tuteliamo e il futuro”. Un futuro in cui l’innovazione, la bellezza e la consapevolezza sociale si fondono, offrendo ai cittadini e ai visitatori una nuova chiave di lettura per la magnificenza senza tempo di Roma.
