Roma – Sembra ormai prossima alla conclusione la trattativa tra il Governo e il settore bancario e assicurativo per definire il contributo alla manovra finanziaria. Dopo l’incontro tenutosi a Palazzo Chigi venerdì scorso, le interlocuzioni sono proseguite e, secondo fonti della maggioranza, in particolare di Forza Italia, si respira un cauto ottimismo verso il raggiungimento di un’intesa di massima. L’accordo permetterebbe di reperire risorse fondamentali, stimate in oltre un miliardo di euro, per finanziare le modifiche concordate alla legge di bilancio.
L’ipotesi di accordo: Irap e liquidità
Il cuore dell’intesa, secondo le indiscrezioni, poggerebbe su due pilastri fondamentali. Da un lato, il mantenimento dell’aumento dell’Irap (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) per banche e assicurazioni nella misura di due punti percentuali, e non del 2,5% come ipotizzato in un primo momento. Questa soluzione, caldeggiata da Forza Italia, eviterebbe un ulteriore aggravio per gli istituti di credito, che avevano già espresso forti perplessità su un inasprimento della misura. Il capogruppo azzurro al Senato, Maurizio Gasparri, ha confermato che si sta lavorando per “mantenere il rialzo Irap di due punti” e per individuare “altre soluzioni legate ai flussi di cassa”.
Dall’altro lato, si sta definendo un meccanismo di anticipo di liquidità da parte delle banche, sul modello di quanto già avvenuto nella precedente legge di bilancio. Questo strumento consentirebbe allo Stato di incassare risorse immediate senza introdurre nuove imposte, una soluzione che sembra trovare il favore del settore creditizio, già gravato da un pacchetto di misure considerato oneroso.
La posizione delle banche e le reazioni
L’Associazione Bancaria Italiana (ABI), per il momento, non ha rilasciato commenti ufficiali sull’esito delle trattative. Tuttavia, è noto che nell’ultimo incontro con il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, l’associazione aveva ribadito la propria contrarietà a un aumento dell’Irap superiore al 2%. Secondo l’ABI, il settore, pur comprendendo responsabilmente le necessità del bilancio pubblico, ha già sostenuto un onere significativo con le misure varate a ottobre, che prevedevano un contributo complessivo di circa 9,5 miliardi in tre anni. La conferma di un aumento Irap limitato al 2% viene quindi vista con un certo sollievo nel comparto, anche perché eventuali meccanismi di detrazione avrebbero favorito solo gli istituti di dimensioni molto piccole.
Il dialogo con il governo, guidato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dal suo vice Leo e dal vicepremier Antonio Tajani, è stato serrato. Le banche hanno manifestato la loro disponibilità a collaborare attraverso soluzioni basate sulla liquidità, come già sperimentato in passato. Si stanno limando gli ultimi dettagli, che, secondo fonti di Forza Italia, includerebbero anche una revisione della normativa sui dividendi.
Il quadro politico e le prossime tappe
Dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) non arrivano conferme ufficiali, e resta da comprendere quale sarà la posizione definitiva di alleati di governo come la Lega, che in una prima fase avevano spinto per un contributo più sostanzioso da parte del settore bancario. Tuttavia, il raggiungimento di un’intesa è considerato cruciale per la tenuta della maggioranza e per il buon esito della manovra.
L’approvazione della legge di bilancio deve avvenire entro il 31 dicembre. I fondi derivanti dall’accordo con le banche sono essenziali per coprire una serie di interventi, tra cui modifiche su:
- Affitti brevi
- Esenzione ISEE sulla prima casa
- Norme sulla previdenza
Il percorso parlamentare è ancora in corso e non si escludono ulteriori ritocchi, ma la strada per un’intesa sembra ormai tracciata. La Commissione Europea ha già dato un primo parere, giudicando il progetto di bilancio italiano “conforme” con le raccomandazioni del Consiglio UE, un passo importante per l’uscita dalla procedura per deficit eccessivo.
