PARIGI – In un intervento che delinea con precisione i contorni futuri del panorama finanziario europeo, il Governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, ha messo a tacere le crescenti preoccupazioni del settore bancario privato riguardo al progetto di euro digitale. Lungi dall’essere un concorrente, la valuta digitale della Banca Centrale Europea (BCE) è concepita come un “catalizzatore” per l’innovazione, destinata a operare in sinergia con le soluzioni private esistenti. “L’eurosistema concepisce l’euro digitale in una logica di partenariato pubblico-privato”, ha dichiarato Villeroy, sottolineando che le banche avranno un “ruolo centrale nella sua distribuzione”.

Le parole del Governatore, pronunciate durante la conferenza dell’Autorité de contrôle prudentiel et de résolution (APCR), arrivano in un momento cruciale. Da un lato, il progetto dell’euro digitale sta entrando in una fase sempre più concreta, con l’avvio della fase preparatoria a novembre 2023, che si concentra sullo sviluppo tecnico e sul coinvolgimento del mercato in vista di un possibile lancio nel 2029. Dall’altro, il settore privato europeo sta sviluppando le proprie infrastrutture, come Wero, la soluzione di pagamento paneuropea promossa dalla European Payments Initiative (EPI).

Una Sinergia Strategica: Pubblico e Privato per la Sovranità Europea

Il cuore del messaggio di Villeroy è un invito a guardare al quadro generale, spostando il focus da una presunta battaglia interna “pubblico contro privato” a una più ampia sfida geopolitica. “Non sbagliamo battaglia”, ha avvertito, “qui il tema non è pubblico contro privato in Europa, quanto piuttosto l’Europa dinanzi agli Stati Uniti”. Questa affermazione evidenzia la reale posta in gioco: la sovranità monetaria e digitale del Vecchio Continente. Attualmente, il mercato dei pagamenti digitali in Europa è dominato da attori extra-europei, in particolare dai colossi americani Visa e Mastercard, che gestiscono una quota preponderante delle transazioni con carta. L’euro digitale, in quest’ottica, non è solo un’evoluzione tecnologica ma uno strumento strategico per ridurre questa dipendenza.

Il modello proposto dalla BCE prevede che l’euro digitale sia una passività diretta della banca centrale, proprio come il contante, garantendo così massima sicurezza e assenza di rischio. Tuttavia, la sua distribuzione e l’interfaccia con gli utenti finali saranno gestite dagli intermediari finanziari, ovvero le banche. Questo approccio ibrido mira a combinare la stabilità della moneta pubblica con l’innovazione e la capillarità del settore privato. Le banche non solo manterranno la relazione con la clientela, ma potranno anche sviluppare nuovi servizi a valore aggiunto basati sull’infrastruttura dell’euro digitale, come i pagamenti condizionali e soluzioni avanzate di “agentic commerce” basate sull’intelligenza artificiale.

Wero e l’Ecosistema dei Pagamenti Privati

La preoccupazione, espressa anche da EPI, che l’euro digitale potesse cannibalizzare iniziative come Wero, viene quindi allontanata. Wero, sostenuto da un consorzio di grandi banche europee (tra cui Deutsche Bank, BNP Paribas e l’italiana Nexi), è un sistema di pagamento istantaneo account-to-account (A2A) che mira a diventare un’alternativa europea ai circuiti di carte internazionali. Già operativo per le transazioni peer-to-peer in Germania, Francia e Belgio, si prevede la sua estensione all’e-commerce entro l’inizio del 2026. Secondo Villeroy, l’euro digitale non solo coesisterà ma supporterà queste soluzioni, contribuendo a creare un ecosistema di pagamenti più ricco e competitivo.

Le Sfide da Affrontare: Privacy, Costi e Stabilità Finanziaria

Nonostante la visione ottimistica, il percorso verso l’euro digitale non è privo di ostacoli. Le principali criticità riguardano:

  • Privacy: La BCE ha assicurato che l’euro digitale garantirà un elevato livello di privacy, paragonabile a quello del contante per le transazioni offline, ma il dibattito su come bilanciare la riservatezza con le normative antiriciclaggio rimane aperto.
  • Impatto sul sistema bancario: Esiste il timore che un’adozione massiccia dell’euro digitale possa portare a deflussi di depositi dalle banche commerciali, specialmente in periodi di crisi finanziaria. Per mitigare questo rischio, la BCE sta studiando l’introduzione di limiti di detenzione per i wallet digitali, ipotizzando un tetto intorno ai 3.000 euro per utente.
  • Costi di implementazione: L’adeguamento delle infrastrutture tecnologiche richiederà investimenti significativi da parte delle banche, che chiedono un supporto pubblico simile a quello ricevuto durante l’introduzione dell’euro fisico.

La Corsa Globale alle Valute Digitali

La spinta europea verso l’euro digitale si inserisce in un contesto globale di crescente competizione sulle valute digitali. Gli Stati Uniti stanno procedendo con la regolamentazione delle stablecoin ancorate al dollaro, una mossa che potrebbe consolidare ulteriormente l’egemonia della valuta americana nel mondo digitale. L’accelerazione del progetto europeo è, quindi, anche una risposta strategica per non rimanere indietro in questa corsa tecnologica e finanziaria che definirà gli equilibri di potere del futuro. L’obiettivo finale, come ribadito da Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, non è semplicemente un progetto tecnico, ma “uno sforzo collettivo per adattare il sistema monetario europeo al futuro”.

Di davinci

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