Roma – La riforma del Testo Unico della Finanza (Tuf) rappresenta “un passaggio importante per favorire l’espansione del mercato dei capitali in Italia, a sostegno dell’innovazione e della crescita economica, e per contribuire al più ampio sviluppo del mercato dei capitali europeo”. A sottolinearlo è stato Giuseppe Siani, Capo del dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, durante un’audizione cruciale presso le Commissioni riunite Giustizia e Finanze di Camera e Senato. L’intervento si è tenuto nell’ambito della discussione sullo schema di decreto legislativo in attuazione della delega conferita dalla “Legge Capitali” (Legge 5 marzo 2024, n. 21), un provvedimento pensato per modernizzare e rendere più competitivo il sistema finanziario nazionale.

Il nodo della capitalizzazione: l’Italia arranca rispetto all’Europa

Nel suo intervento, Siani ha messo in luce una delle debolezze strutturali del sistema economico italiano: il livello “molto basso” di capitalizzazione delle società quotate in Borsa rispetto al Prodotto Interno Lordo (PIL). Questo dato, ha spiegato, evidenzia come il mercato azionario italiano sia “storicamente meno sviluppato rispetto a quelli di molte altre economie avanzate”, inclusi i partner europei più dinamici. Sebbene nel 2023 si sia registrata una crescita, con il rapporto capitalizzazione/PIL salito al 28,6%, il divario con altre nazioni rimane significativo. Per fare un confronto, in Germania questo rapporto si attesta intorno al 52%, mentre in Francia supera il 100%. Questa situazione limita le opportunità di crescita per le imprese, che faticano a trovare canali di finanziamento alternativi al tradizionale credito bancario.

Venture Capital: un motore di innovazione ancora “sottodimensionato”

Un altro punto dolente toccato da Siani è il settore del venture capital, definito “sottodimensionato” se paragonato a quello di Francia e Germania. Gli investimenti in capitale di rischio in rapporto al Pil in Italia sono meno della metà di quelli registrati nei due principali partner europei. Questo ritardo strutturale penalizza soprattutto le startup e le piccole e medie imprese innovative, che hanno maggiore difficoltà a reperire i capitali necessari per le fasi di avvio e di crescita (scale-up). La carenza di un mercato del venture capital robusto, ha aggiunto il dirigente di Bankitalia, si traduce anche in “difficoltà nella fase di uscita dagli investimenti”, rendendo meno attraente per gli investitori scommettere sull’innovazione italiana.

Gli obiettivi della Legge Capitali e della Riforma del Tuf

L’intervento di Siani si inserisce nel contesto dell’attuazione della Legge Capitali, approvata a inizio 2024 con l’obiettivo di sostenere la competitività del mercato finanziario italiano. La legge delega il Governo a riformare in modo organico il Tuf, il testo di riferimento per la regolamentazione dei mercati finanziari, e le relative norme del Codice Civile.

Le principali novità introdotte e gli obiettivi della riforma, accolti positivamente da Banca d’Italia, includono:

  • Semplificazione per l’accesso ai mercati: Ridurre gli oneri burocratici e normativi per le imprese, in particolare per le PMI, che desiderano quotarsi in Borsa.
  • Rafforzamento della governance societaria: La riforma punta a valorizzare l’autonomia statutaria e i diversi modelli di governo (tradizionale, monistico e dualistico), rendendo il quadro normativo più chiaro per gli investitori internazionali. Banca d’Italia ha apprezzato in particolare l’introduzione di modalità flessibili per la partecipazione alle assemblee dei soci.
  • Incentivi per gli investitori: Misure come l’aumento dei voti attribuibili alle azioni a voto plurimo (fino a 10) e il potenziamento del voto maggiorato per gli azionisti di lungo periodo mirano a rendere più stabile l’azionariato e a proteggere le società da scalate ostili.
  • Potenziamento del risparmio gestito: La riforma mira ad ampliare i canali di finanziamento per le PMI anche attraverso il settore del risparmio gestito, favorendo gli investimenti in venture capital.

La visione di Banca d’Italia: una riforma in linea con le priorità europee

Secondo Siani, le novità introdotte dallo schema di decreto “appaiono in linea con l’obiettivo di favorire la crescita del mercato finanziario e di promuoverne la competitività e l’attrattività a livello internazionale”. La riforma si allinea anche all’agenda della Commissione Europea per la creazione di un’Unione dei Mercati dei Capitali, un progetto essenziale per aumentare la resilienza del sistema finanziario del continente, diversificare le fonti di finanziamento per le imprese e ridurre la dipendenza dal credito bancario.

Banca d’Italia ha inoltre espresso una valutazione positiva sulla razionalizzazione delle competenze di vigilanza tra la stessa Bankitalia e la Consob, un passo che dovrebbe semplificare i procedimenti e alleggerire gli oneri per gli intermediari. Tuttavia, è stato sollevato un punto di attenzione riguardo al rischio di “deresponsabilizzare” gli amministratori non esecutivi, il cui ruolo proattivo è considerato fondamentale per un’efficace governance.

La sfida, ora, sarà tradurre l’impianto legislativo in un mercato concretamente più efficiente, liquido e capace di attrarre capitali nazionali e internazionali. Un passaggio obbligato, secondo Via Nazionale, affinché l’Italia possa finalmente colmare il divario che la separa dalle principali economie europee e sprigionare il potenziale delle sue imprese.

Di atlante

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