BUDAPEST/MOSCA – In una mossa che attirerà inevitabilmente l’attenzione delle cancellerie di tutta Europa e oltre, il Primo Ministro ungherese Viktor Orbán ha in programma un incontro con il Presidente russo Vladimir Putin a Mosca venerdì 28 novembre. La notizia, inizialmente diffusa dal giornalista investigativo ungherese Szabolcs Panyi della testata Direkt36 e basata su fonti vicine al dossier, non ha ancora ricevuto una conferma ufficiale da parte dei governi di Budapest e Mosca, ma ha già innescato un acceso dibattito sul ruolo dell’Ungheria all’interno dell’Unione Europea e sulla sua controversa relazione con il Cremlino.
Un Dialogo Costante in un Contesto Complesso
Questo vertice non rappresenta un fulmine a ciel sereno, ma si inserisce in una scia di contatti costanti tra i due leader. L’ultimo incontro di persona risale al luglio 2024, a pochi giorni dall’inizio del semestre di presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione Europea. Quel colloquio, avvenuto in un momento cruciale per la politica europea, aveva già sollevato non poche perplessità a Bruxelles, con molti partner europei che guardano con sospetto alla linea politica di Orbán, spesso percepita come un “cavallo di Troia” degli interessi russi all’interno dell’UE.
La relazione tra Orbán e Putin è complessa e si è evoluta nel tempo. Se durante il suo primo governo (1998-2002) Orbán aveva mostrato un forte atlantismo, negli anni successivi, soprattutto dopo il suo ritorno al potere nel 2010, ha coltivato un rapporto sempre più stretto con Mosca. Questa vicinanza è radicata principalmente in questioni energetiche: l’Ungheria è fortemente dipendente dalle forniture di gas, petrolio e tecnologia nucleare russa, come dimostra il controverso progetto di ampliamento della centrale nucleare di Paks, affidato al colosso statale russo Rosatom.
Le Possibili Tematiche sul Tavolo dei Negoziati
Sebbene l’agenda ufficiale dell’incontro non sia stata resa nota, è quasi certo che il tema centrale sarà il conflitto in Ucraina. Orbán si è costantemente posizionato come un fautore della pace, criticando la strategia europea delle sanzioni contro la Russia e degli aiuti militari a Kiev, sostenendo che queste misure danneggino l’economia europea più di quella russa. È probabile che il premier ungherese cerchi di presentarsi ancora una volta come mediatore, forte dei suoi canali di comunicazione aperti sia con Kiev che con Mosca.
Altri argomenti di discussione includeranno quasi certamente:
- Cooperazione energetica: la dipendenza ungherese dall’energia russa rende questo un punto imprescindibile. Si discuterà probabilmente della sicurezza delle forniture e dei progetti in corso.
- Relazioni UE-Russia: L’incontro avviene mentre le relazioni tra Bruxelles e Mosca sono ai minimi storici. Putin potrebbe vedere in Orbán un interlocutore per sondare gli umori all’interno dell’Unione e per tentare di incrinare il fronte comune europeo.
- Sanzioni economiche: L’Ungheria ha spesso agito da freno sull’adozione di nuovi pacchetti di sanzioni, ottenendo deroghe e ammorbidimenti. È plausibile che Orbán e Putin discutano delle future mosse dell’UE in questo ambito.
Reazioni e Implicazioni a Livello Europeo
La notizia del viaggio di Orbán a Mosca è destinata a provocare reazioni irritate a Bruxelles e nelle altre capitali europee. Già in occasione della visita di luglio, figure di spicco come la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e l’Alto Rappresentante Josep Borrell avevano criticato aspramente l’iniziativa, sottolineando che Orbán non ha alcun mandato per negoziare a nome dell’UE. La posizione dell’Unione rimane ferma nel condannare l’aggressione russa e nel sostenere la sovranità dell’Ucraina, una linea dalla quale il premier ungherese sembra spesso discostarsi.
Questo incontro si colloca inoltre in un contesto internazionale in cui si intensificano gli sforzi diplomatici per trovare una via d’uscita al conflitto, con piani di pace discussi tra Stati Uniti, Ucraina e Russia. La mossa di Orbán potrebbe essere interpretata come un tentativo di ritagliarsi un ruolo autonomo in questo complesso scacchiere, ma rischia al contempo di isolare ulteriormente Budapest all’interno della famiglia europea. La presidenza di turno del Consiglio UE, che l’Ungheria detiene fino alla fine del 2024, impone un dovere di lealtà e coordinamento con gli altri 26 Stati membri, un principio che, secondo molti critici, viene messo a repentaglio da queste iniziative unilaterali.
Mentre il mondo attende di conoscere i dettagli e gli esiti di questo vertice, una cosa è certa: la visita di Viktor Orbán a Mosca non sarà un semplice incontro bilaterale, ma un evento dalle profonde implicazioni per il futuro delle relazioni tra Europa e Russia e per la coesione interna dell’Unione Europea stessa.
