ROMA – “È il momento di costruire un programma per far rialzare l’Italia”. Con queste parole, affidate a un post sui social media, il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha annunciato l’avvio di un “cantiere” programmatico. L’obiettivo è ambizioso: definire una nuova agenda di governo attraverso un processo partecipativo che coinvolga iscritti, società civile ed esperti, per poi presentarla come base di discussione all’interno del campo progressista.

Il Modello “Nova 2.0”: Partecipazione dal Basso

La metodologia scelta da Conte per questa nuova fase costituente si ispira direttamente all’esperienza di “Nova”, l’assemblea lanciata un anno fa per ridisegnare il futuro del Movimento. “In questi anni abbiamo sperimentato un nuovo modo di ascoltare e far partecipare le persone alle decisioni, di farle incidere nelle scelte. Un anno fa lo abbiamo sperimentato con Nova. E ora quel metodo voglio replicarlo”, ha spiegato l’ex premier. L’intento è quello di creare “un nuovo programma di forte cambiamento, di proposte forti per i nostri giovani, per l’Italia, per l’Europa”, che non sia il risultato di “un mero scambio di vedute tra dirigenti di partito” o di “compromessi al ribasso”.

Questa iniziativa, definita da alcuni osservatori una “Nova 2.0”, mira a contrastare la crescente disaffezione dei cittadini verso la politica, un problema evidenziato dallo stesso Conte all’indomani della vittoria di Roberto Fico in Campania. “Non posso chiudere gli occhi sul fatto che molte, troppe persone non si sentono coinvolte dalla politica. Non vanno a votare”, ha sottolineato, ribadendo che la “rivoluzione” del Movimento è nata proprio per favorire la più ampia partecipazione possibile.

La Strategia Politica: Prima i Contenuti, Poi le Alleanze

L’annuncio di Conte arriva in un momento cruciale per il panorama politico italiano e delinea una strategia chiara in vista delle elezioni politiche del 2027. Prima di sedersi a qualsiasi tavolo per discutere di alleanze e “campi larghi”, il leader del M5S vuole avere in mano un programma solido, definito e legittimato dalla sua base. “Quello che uscirà da questo nostro processo di apertura ai cittadini e alle istanze dal basso lo porterò poi nel confronto con le altre forze politiche del campo progressista per dare al Paese un nuovo programma di Governo”, ha dichiarato.

Questa mossa non rappresenta uno stop alla costruzione di un’alternativa all’attuale governo di centrodestra, ma piuttosto un rinvio strategico. L’obiettivo è arrivare al confronto con gli altri partiti, Partito Democratico in primis, con una piattaforma programmatica chiara e non negoziabile su alcuni punti qualificanti. Conte ha più volte ribadito la necessità di un’alleanza basata su un “programma chiaro e condiviso”, sottolineando che “se non si scardinano i privilegi per una società più equa, noi non potremo essere della partita”.

Il posizionamento del Movimento 5 Stelle come forza “progressista indipendente” è un punto fermo della leadership di Conte. Questo significa essere aperti al dialogo, ma senza “annacquarsi” o farsi “schiacciare in una logica governista”. La collaborazione con il PD e le altre forze progressiste avverrà “obiettivo per obiettivo”, sulla base di una convergenza programmatica concreta.

Le Sfide sul Tavolo: Crisi Sociale ed Economica

Il “cantiere” programmatico del M5S si apre in un contesto di difficoltà per il Paese. Conte ha elencato le criticità che il nuovo programma dovrà affrontare: “crollano gli stipendi reali, la povertà è ai massimi storici, si taglia sulla scuola, le persone rinunciano a curarsi, aumenta l’insicurezza nelle città, la crescita è a zero e saremo ultimi in Europa nel prossimo triennio mentre si ipoteca il futuro dei ragazzi buttando miliardi in armi e spese militari”. Temi come la giustizia sociale, la transizione ecologica, la sanità e l’istruzione pubblica saranno prevedibilmente al centro del dibattito interno al Movimento.

La sfida per Conte sarà duplice: da un lato, mobilitare la propria base e la società civile per costruire un programma credibile e innovativo; dall’altro, trovare punti di sintesi con i potenziali alleati, superando le divergenze che in passato hanno creato tensioni, soprattutto in politica estera. La costruzione di un’alternativa solida al governo Meloni passerà inevitabilmente dalla capacità del campo progressista di presentarsi unito, ma con un’identità e un progetto chiari per il futuro dell’Italia.

Di veritas

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