Meloni al telefono con Trump: spiragli per emendare il piano di pace

In un contesto internazionale teso, con il sole che tramonta a Johannesburg e l’alba che sorge a Washington, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, insieme al Presidente finlandese Alexander Stubb, ha avuto un colloquio telefonico con l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Meloni ha espresso ottimismo riguardo alla disponibilità di Trump a emendare il piano di pace per l’Ucraina, sottolineando l’importanza di non elaborare una “totale controproposta”. Secondo Meloni, la base della discussione deve rimanere i 28 punti delineati da Trump, con alcune revisioni necessarie su questioni territoriali, finanziamenti per la ricostruzione e l’esercito ucraino, mentre altri punti, come le garanzie di sicurezza, sono considerati “molto positivi”.

Iniziative per un cessate il fuoco e il ruolo dell’Europa

Parallelamente, Meloni si sta adoperando per ottenere un cessate il fuoco temporaneo da parte di Mosca, focalizzato sulle infrastrutture strategiche e civili. Ha discusso di questa iniziativa con Trump e con il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan, considerato un interlocutore strategico. Erdogan, a sua volta, prevede di parlare con Trump e con il Presidente russo Vladimir Putin. Meloni ha sottolineato che anche la Russia deve dare un segnale concreto di voler raggiungere la pace. La Presidente del Consiglio ha fatto un bilancio dei due giorni di G20 a Johannesburg, dominati dalle discussioni sull’Ucraina, e ha anticipato che lo stesso tema potrebbe monopolizzare il vertice Ue-Unione africana in Angola.

Negoziati a Ginevra e la posizione dell’Italia

Meloni è in attesa degli esiti dei primi negoziati a Ginevra, prevedendo un confronto telefonico con altri leader. Ha minimizzato le polemiche sulla paternità del piano di pace, concentrandosi sull’obiettivo finale. La premier ha ribadito l’impegno per una proposta seria che garantisca la pace, l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina, nonché la sicurezza dell’Europa. L’obiettivo è smascherare il presunto bluff di Putin e aumentare la pressione su Mosca per favorire una reale disponibilità al dialogo.

Le pressioni di Trump e la questione della corruzione in Ucraina

Meloni ha interpretato le dichiarazioni di Trump sull’ingratitudine di Kiev e sulla dipendenza europea dal petrolio russo come tattiche per esercitare pressione su ucraini ed europei. Ha precisato che l’Italia non dipende più dalla Russia per l’approvvigionamento energetico. Ha poi affrontato la questione della corruzione a Kiev, ammettendo che incide sull’opinione pubblica, ma ha espresso fiducia nella capacità dell’Ucraina di reagire. Ha inoltre chiarito che la sua maggioranza è unita sulla politica estera, nonostante le diverse posizioni espresse.

Altre questioni affrontate al G20

Oltre alla crisi ucraina, Meloni ha discusso al G20 dell’attenzione all’Africa, della necessità di un cessate il fuoco in Sudan e del riequilibrio dei rapporti commerciali e degli investimenti diretti tra Italia e Cina. Ha concluso il suo intervento con una battuta, chiedendo ai giornalisti se la considerassero una conferenza stampa a tutti gli effetti.

Un’iniziativa diplomatica complessa

L’iniziativa di Giorgia Meloni rappresenta un tentativo ambizioso di mediazione in un conflitto complesso e delicato. La sua capacità di dialogare con figure chiave come Trump, Erdogan e Putin potrebbe aprire spiragli per un negoziato di pace. Tuttavia, il successo dell’iniziativa dipenderà dalla reale volontà di tutte le parti coinvolte di raggiungere un accordo e dalla capacità di superare le divergenze esistenti.

Di veritas

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