Aumenti generalizzati: benzina e diesel in testa
I prezzi dei carburanti alla pompa continuano a destare preoccupazione in Italia. Nonostante il calo delle quotazioni petrolifere internazionali, si registra un aumento generalizzato dei costi per i consumatori. La benzina, in modalità self-service, ha raggiunto una media nazionale di 1,733 euro al litro, toccando il livello più alto dal 12 luglio scorso. Il gasolio, invece, si attesta a 1,706 euro al litro, segnando il picco massimo dall’8 marzo.
Secondo le elaborazioni di Staffetta Quotidiana, la benzina in modalità servito si vende in media a 1,872 euro al litro, mentre il diesel servito raggiunge 1,844 euro al litro. Stabili, invece, i prezzi del GPL (0,689 euro/litro), del metano (1,402 euro/kg) e del GNL (1,220 euro/kg).
Differenze tra compagnie e pompe bianche
Analizzando i dati nel dettaglio, si evidenziano alcune differenze di prezzo tra le diverse compagnie petrolifere e le cosiddette ‘pompe bianche’ (distributori indipendenti). In generale, le compagnie tendono ad avere prezzi leggermente superiori rispetto alle pompe bianche, sia per la benzina che per il diesel, sia in modalità self-service che servito.
Ad esempio, la benzina self-service costa in media 1,743 euro al litro presso le compagnie, contro 1,713 euro al litro delle pompe bianche. Il diesel self-service, invece, si attesta a 1,715 euro al litro per le compagnie e a 1,687 euro al litro per le pompe bianche.
Autostrade: prezzi ancora più elevati
Come prevedibile, i prezzi dei carburanti lungo le autostrade italiane sono ancora più elevati rispetto alla media nazionale. La benzina self-service si vende a 1,832 euro al litro (2,091 euro al litro in modalità servito), mentre il gasolio self-service raggiunge 1,802 euro al litro (2,065 euro al litro in modalità servito). Il GPL si attesta a 0,831 euro al litro, il metano a 1,489 euro al kg e il GNL a 1,280 euro al kg.
Questi costi aggiuntivi rappresentano un ulteriore aggravio per gli automobilisti che percorrono lunghe distanze, soprattutto in periodi di maggiore traffico come le festività.
Le cause dell’aumento
Le ragioni di questo aumento dei prezzi alla pompa, nonostante il calo delle quotazioni petrolifere internazionali, sono molteplici. Tra le principali, si possono citare:
- Le accise sui carburanti, che in Italia rappresentano una componente significativa del prezzo finale.
- Le strategie commerciali delle compagnie petrolifere, che possono decidere di non riflettere immediatamente il calo del petrolio sui prezzi al dettaglio.
- Le speculazioni sui mercati, che possono influenzare i prezzi dei prodotti raffinati.
Inoltre, è importante considerare che il prezzo del petrolio greggio è solo uno dei fattori che determinano il costo finale dei carburanti. Altri elementi, come i costi di raffinazione, trasporto e distribuzione, possono incidere in modo significativo.
Un peso per i consumatori e l’economia
L’aumento dei prezzi dei carburanti rappresenta un peso significativo per i consumatori italiani, soprattutto per coloro che utilizzano l’auto quotidianamente per lavoro o per necessità. Inoltre, l’aumento dei costi di trasporto può avere un impatto negativo sull’intera economia, in particolare per le imprese che operano nel settore dei trasporti e della logistica. È auspicabile che il governo intervenga per mitigare l’impatto di questi aumenti, magari attraverso una revisione delle accise o attraverso misure di sostegno per le famiglie e le imprese più colpite.
