Trent’anni di storia e un sogno chiamato Mondiale
La Bosnia-Erzegovina celebra un anniversario importante: 30 anni dalla sua nascita come Stato indipendente, un traguardo raggiunto al termine di un conflitto che ha segnato profondamente la regione. E proprio in occasione di questa ricorrenza, la nazionale di calcio bosniaca si è guadagnata l’accesso ai playoff per i Mondiali, un’opportunità per coronare un percorso di crescita e riscatto. I ‘Dragoni’, come sono soprannominati, hanno vissuto un’unica, indimenticabile esperienza iridata nel 2014 in Brasile, uscendo al primo turno. Ora, con rinnovato entusiasmo, si preparano ad affrontare gli spareggi per inseguire un sogno che unisce un’intera nazione.
La delusione di Vienna e la forza di rialzarsi
Il cammino verso i playoff non è stato privo di ostacoli e delusioni. Martedì scorso, a Vienna, l’Austria ha gelato le speranze bosniache con un gol in extremis, impedendo il sorpasso in testa al girone H. Un pareggio amaro che ha lasciato l’amaro in bocca, ma che non ha scalfito la determinazione di una squadra che ha dimostrato di avere carattere e qualità. Con 17 punti conquistati in un girone che comprendeva anche San Marino, Cipro e Romania, la Bosnia ha pagato a caro prezzo l’unica sconfitta subita in casa contro l’Austria a inizio settembre. Ma la delusione si trasforma in motivazione, e la squadra è pronta a riprovarci con tutte le sue forze a fine marzo.
Dzeko guida l’attacco, ma la Bosnia ha frecce al suo arco
Edin Dzeko, a 39 anni, è ancora la stella indiscussa e la guida carismatica della nazionale bosniaca. Il bomber continua a fare la differenza, come dimostrano i cinque gol segnati nelle qualificazioni. Ma la Bosnia non è solo Dzeko: ci sono altri attaccanti di talento pronti a dare il loro contributo, come Haris Tabakovic del Borussia Moenchengladbach e soprattutto Ermedin Demirovic, che milita nello Stoccarda ma è attualmente alle prese con un infortunio. La speranza è di recuperarlo in tempo per i playoff, perché il suo apporto sarebbe fondamentale.
Kolasinac e Muharemovic, i pilastri della difesa
Anche il reparto difensivo può contare su giocatori di esperienza e talento. Sead Kolasinac, difensore dell’Atalanta, è fermo da mesi per infortunio, ma il suo rientro è previsto a breve e rappresenterebbe un’ottima notizia per il ct Barbarez. In Italia, al Sassuolo, si sta mettendo in luce il giovane Tarik Muharemovic, difensore di 22 anni che promette di diventare un punto di riferimento per la nazionale bosniaca. La solidità difensiva sarà un elemento chiave per affrontare al meglio i playoff e provare a conquistare la qualificazione ai Mondiali.
Barbarez, l’ex bomber alla guida della nazionale
Sergej Barbarez, ex bomber della nazionale bosniaca, è alla sua prima esperienza da allenatore. Ingaggiato nel 2024, ha preso il posto di una serie di tecnici che si sono succeduti dopo l’addio del leggendario Safet Susic, l’uomo che aveva portato la Bosnia ai Mondiali in Brasile. In un anno e mezzo, Barbarez ha ottenuto risultati altalenanti, ma ha saputo conquistare la fiducia dell’ambiente e dei tifosi. La sua conoscenza del calcio bosniaco e la sua leadership potrebbero essere le armi in più per ripetere l’impresa del 2014 e regalare un’altra gioia a un popolo che ha sete di riscatto.
Un’occasione per unire un paese
La qualificazione ai Mondiali rappresenterebbe un evento storico per la Bosnia-Erzegovina, un’occasione per unire un paese ancora segnato dalle divisioni del passato. Lo sport, e in particolare il calcio, può essere un potente strumento di coesione sociale e di identità nazionale. La speranza è che i ‘Dragoni’ possano volare alto e regalare un sogno a un’intera nazione.
