Verso una nuova era della sicurezza nazionale giapponese
Il Partito Liberaldemocratico (LDP) e il Japan Innovation Party (Nippon Ishin), nuovo alleato di governo, hanno intensificato i colloqui congiunti avviati la scorsa settimana per rivedere i tre documenti cardine della sicurezza nazionale entro il 2026. Questa iniziativa mira a proporre la prima modifica formale alla Costituzione pacifista del dopoguerra, segnando un punto di svolta nella politica di difesa del Giappone. Dopo la rottura dell’LDP con il tradizionale alleato centrista Komeito, le due forze politiche alla guida dell’esecutivo condividono l’obiettivo di superare i limiti imposti dall’articolo 9, che vieta al Giappone il possesso di “potenziale bellico”.
Il Nippon Ishin è favorevole alla cancellazione esplicita del secondo comma dell’articolo, mentre l’LDP punta a chiarire la legittimità delle forze di Autodifesa, da tempo al centro di dibattiti sulla loro conformità costituzionale. Questa revisione costituzionale rappresenta un passo significativo per il Giappone, che cerca di ridefinire il proprio ruolo nella sicurezza internazionale in un contesto geopolitico in rapida evoluzione.
Revisione dei documenti strategici e aumento della spesa per la difesa
Parallelamente alla revisione costituzionale, i due partiti stanno preparando una revisione dei documenti strategici nazionali, tra cui la National Security Strategy. L’obiettivo è anticipare al 2025 l’aumento della spesa per la difesa al 2% del PIL, inizialmente previsto per il 2027. Questo incremento di budget permetterà al Giappone di investire in nuove tecnologie e capacità militari, rafforzando la sua posizione come attore chiave nella regione indo-pacifica.
Un altro elemento chiave riguarda la politica di export degli armamenti. Secondo il giornale conservatore Yomiuri Shimbun, il sistema delle “cinque categorie”, che limita le esportazioni a equipaggiamenti per soccorso, trasporto, sorveglianza, vigilanza e sminamento, sarà con ogni probabilità abolito. Questa mossa è finalizzata ad espandere la cooperazione con gli alleati e a rafforzare l’industria della difesa nazionale, finora frenata da rigide restrizioni ereditate dalla dottrina pacifista postbellica.
Ostacoli costituzionali e prospettive future
La procedura costituzionale, tuttavia, resta complessa. Per modificare la Carta sono necessari i due terzi di entrambe le Camere e un referendum nazionale. Sebbene LDP e Nippon Ishin detengano un’ampia maggioranza al Senato, mancano i voti nella più potente Camera dei Rappresentanti. L’accordo di coalizione fissa come scadenza il marzo 2027 per presentare proposte formali al Parlamento.
Nonostante gli ostacoli, lo scenario appare chiaro: Tokyo intende ripensare radicalmente il proprio ruolo strategico, con una visione meno “difensiva” e sempre più integrata nel sistema di sicurezza collettiva guidato dagli alleati statunitensi. Questo cambiamento di paradigma riflette le crescenti preoccupazioni del Giappone per la sicurezza regionale, in particolare a fronte delle ambizioni militari della Cina e delle minacce provenienti dalla Corea del Nord.
Un Giappone più assertivo nel panorama internazionale
La revisione della Costituzione pacifista e l’aumento della spesa per la difesa rappresentano un cambiamento significativo nella politica giapponese. Questo processo riflette una crescente consapevolezza delle sfide alla sicurezza regionale e una determinazione a svolgere un ruolo più attivo nella difesa dei propri interessi. Tuttavia, è fondamentale che il Giappone agisca con prudenza e trasparenza, mantenendo un dialogo aperto con i paesi vicini e rispettando i principi del diritto internazionale. Un Giappone più assertivo può contribuire alla stabilità regionale, ma è essenziale evitare azioni che possano alimentare tensioni e innescare una corsa agli armamenti.
