L’inchiesta di Report sugli smart glasses di Meta

La trasmissione Report ha acceso i riflettori sugli smart glasses di Meta, anticipando un servizio che ha subito scatenato la reazione del Garante per la Privacy. L’inchiesta giornalistica si concentra su un incontro avvenuto nell’ottobre 2024 tra Agostino Ghiglia, membro del collegio del Garante, e il responsabile istituzionale di Meta in Italia, Angelo Mazzetti. L’incontro è avvenuto poco prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro comminata a Meta per presunte violazioni della privacy legate all’utilizzo dei suoi smart glasses.
Secondo quanto anticipato da Report sui suoi canali social, il primo modello di smart glasses di Meta sarebbe stato oggetto di attenzione da parte dell’Autorità Garante a causa di presunte violazioni della privacy degli utenti e delle persone riprese dai dispositivi. Inizialmente, i dipartimenti competenti avevano proposto una multa di 44 milioni di euro, ma il collegio del Garante non si era trovato d’accordo. La trasmissione Report ha evidenziato come, il giorno successivo all’incontro tra Ghiglia e Mazzetti, la multa sia stata significativamente ridotta.

La reazione del Garante per la Privacy

L’Autorità Garante per la Privacy ha reagito duramente all’annuncio del servizio di Report, definendo l’inchiesta giornalistica “destituita di ogni fondamento, frutto o di una scarsa conoscenza della disciplina della materia o, peggio, di mala fede”. Il Garante ha auspicato che il programma si astenesse dal trasmettere il servizio nei termini annunciati, riservandosi ogni opportuna valutazione in ordine alle iniziative da assumere nelle sedi competenti.
L’Autorità ha precisato che nessun rischio, neppure potenziale, di danno erariale è mai stato configurabile nel corso del procedimento. Il Collegio avrebbe semplicemente ritenuto, all’esito di un’articolata discussione di una fattispecie nuova e particolarmente complessa, di non aderire a una mera proposta sanzionatoria proveniente dagli uffici responsabili dell’istruttoria, non condividendone i presupposti di fatto e diritto.

La replica di Report e la questione del danno erariale

Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, ha respinto le accuse del Garante, denunciando un ennesimo tentativo di bloccare la messa in onda di una trasmissione Rai. Ranucci ha sottolineato che l’ipotesi di un possibile danno erariale non è stata avanzata da Report, ma dalla stessa vicepresidente del Garante, Ginevra Cerrina Feroni, che ha espresso preoccupazioni per il mancato introito nelle casse dello Stato dei 44 milioni di euro inizialmente previsti come sanzione.
Report ha evidenziato come, a seguito dell’incontro tra Ghiglia e Mazzetti, la multa sia stata ridotta da 44 milioni di euro a 12 milioni e mezzo, passando dall’1% del fatturato annuo di Meta allo 0,28%. La trasmissione ha sollevato interrogativi sulle motivazioni di tale riduzione e ha invitato la Corte dei Conti a pronunciarsi su un possibile danno erariale.

Il precedente della diffida a Report

Una settimana prima, un altro componente del collegio del Garante, Agostino Ghiglia, aveva diffidato la redazione di Report dalla messa in onda di un servizio sul suo coinvolgimento nella procedura che aveva portato alla multa sul caso dell’audio di Sangiuliano. Nonostante la diffida, l’inchiesta era stata regolarmente trasmessa. Questo precedente aggiunge ulteriore tensione al rapporto tra Report e l’Autorità Garante per la Privacy.

Trasparenza e responsabilità: un equilibrio delicato

Il confronto tra Report e il Garante per la Privacy solleva interrogativi importanti sul ruolo dell’informazione, la trasparenza delle istituzioni e la tutela della privacy dei cittadini. È fondamentale che le inchieste giornalistiche siano accurate e basate su fonti verificate, ma è altrettanto importante che le autorità pubbliche agiscano con trasparenza e responsabilità, rendendo conto delle proprie decisioni e motivazioni. La vicenda degli smart glasses di Meta e della multa ridotta rappresenta un caso complesso che merita un’analisi approfondita per garantire un equilibrio tra la libertà di informazione e la tutela dei diritti dei cittadini.

Di veritas

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