L’audio incriminato: pressioni in Rai?

Sigfrido Ranucci, prima di essere ascoltato dalla Commissione Antimafia, ha espresso perplessità sulla valutazione di Arianna Meloni riguardo all’interesse pubblico di un audio. Secondo Ranucci, l’audio rivelerebbe una richiesta della moglie del ministro di intervenire sul suo capo di gabinetto in Rai, minacciando di sostituirsi a lui per bloccare una nomina. Il giornalista si interroga su come un tale scambio, coinvolgente una figura pubblica e un’azienda di Stato, possa non essere considerato di rilevanza pubblica.

Segreto sull’audizione: il caso Fazzolari

Una parte dell’audizione di Ranucci è stata secretata su sua richiesta, in seguito a una domanda del senatore Roberto Scarpinato. La domanda riguardava un presunto pedinamento subito da Ranucci dopo una puntata di Report sulla Presidente del Consiglio Meloni, un pedinamento che sarebbe stato orchestrato dal sottosegretario Fazzolari. Il giornalista è stato invitato a fornire maggiori dettagli sull’episodio e a valutare possibili connessioni con l’attentato subito.

L’attentato e le minacce: uno scenario inquietante

Ranucci ha dichiarato di non aver ricevuto altre minacce dopo l’attentato di ottobre, ma ha sottolineato la gravità dell’evento. Ha descritto le auto parcheggiate vicino alla sua abitazione come veicoli a gas, la cui esplosione avrebbe potuto causare il crollo dell’edificio. Il giornalista ha ricordato di aver lanciato, due giorni prima dell’attentato, i temi della prima puntata di Report, tra cui l’infiltrazione della ‘ndrangheta nel business dell’eolico e le stragi.

Libertà editoriale e ringraziamenti a Corsini

Ranucci ha espresso apprezzamento per il direttore di Rai 3, Paolo Corsini, sottolineando la libertà editoriale concessa al programma Report. Ha definito la libertà editoriale un valore inestimabile e ha ringraziato Corsini per averla garantita.

Solidarietà dalla Commissione Antimafia

La presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, ha espresso a nome di tutti i membri la più sincera solidarietà e ferma condanna per l’attentato subito da Ranucci. Ha sottolineato l’importanza della presenza del giornalista in Commissione come segno di sostegno di fronte a tentativi di intimidazione.

Riflessioni sulla libertà di stampa e l’interesse pubblico

Il caso Ranucci solleva questioni cruciali sulla libertà di stampa, l’interesse pubblico e la protezione dei giornalisti che indagano su temi sensibili. La secretazione di parte dell’audizione, sebbene comprensibile per la delicatezza delle informazioni, non deve oscurare la necessità di trasparenza e di un’indagine approfondita su eventuali pressioni e minacce subite dal giornalista. La solidarietà espressa dalla Commissione Antimafia è un segnale importante, ma è necessario un impegno concreto per garantire la sicurezza e l’indipendenza di chi svolge un ruolo fondamentale per la democrazia.

Di veritas

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