La fine di un’era: Teen Vogue assorbita da Vogue

Teen Vogue, la rivista nata nel 2003 come spin-off di Vogue per un pubblico di adolescenti interessato a moda, bellezza e cultura pop, cessa di esistere come entità autonoma. Dopo aver abbandonato la versione cartacea otto anni fa, ora viene completamente assorbita dal sito web della rivista principale. La decisione, presa dal gruppo Condé Nast, ha scatenato un’ondata di reazioni, soprattutto da parte dei sindacati, che vedono in questa mossa una censura nei confronti di una testata che aveva osato affrontare temi politici e sociali con coraggio e determinazione.

La svolta politica di Teen Vogue: un successo inaspettato

La trasformazione di Teen Vogue è iniziata nel 2015 con la direzione di Elaine Welteroth, una delle più giovani e delle poche donne nere a guidare una testata Condé Nast. In concomitanza con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, la rivista ha iniziato a trattare temi di politica, attivismo, diritti civili, ambiente e femminismo. Un editoriale del dicembre 2016 accusò il tycoon di aver “manipolato psicologicamente l’America”, segnando un punto di svolta nella storia della rivista. Articoli sul movimento Black Lives Matter, i diritti LGBTQ+ e le questioni climatiche hanno conquistato un pubblico di Millennials e Gen Z politicamente consapevole, trasformando Teen Vogue in un esempio di giornalismo giovanile impegnato e influente.

Le reazioni e le polemiche: il sindacato accusa Condé Nast

La decisione di chiudere Teen Vogue ha suscitato forti polemiche, soprattutto da parte del sindacato aziendale. Secondo i rappresentanti dei lavoratori, la chiusura è una conseguenza diretta dell’impegno politico della rivista: “Teen Vogue ora non ha più redattori o giornalisti che si occupino esplicitamente di politica. La direzione intende licenziare sei dei nostri membri, la maggior parte dei quali sono donne o persone trans e di colore, inclusa la redattrice politica di Teen Vogue”. Condé Nast, dal canto suo, sostiene che la fusione mira solo a offrire ai lettori un’esperienza “più uniforme” e che Teen Vogue manterrà la sua identità e missione, concentrandosi su sviluppi di carriera e leadership. Tuttavia, l’assenza di riferimenti alla politica nel nuovo assetto non è passata inosservata.

Un segnale preoccupante per il giornalismo giovanile?

La chiusura di Teen Vogue solleva interrogativi importanti sul futuro del giornalismo giovanile e sulla libertà di stampa. In un’epoca in cui i giovani sono sempre più attenti alle questioni sociali e politiche, è fondamentale che esistano testate in grado di dare voce alle loro istanze e di stimolare il dibattito. La decisione di Condé Nast potrebbe rappresentare un segnale preoccupante, un tentativo di silenziamento di voci scomode e di ritorno a un giornalismo più tradizionale e meno impegnato.

Di davinci

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