Un talento precoce tra teatro e cinema

Mauro Di Francesco, nato a Milano il 17 maggio 1951, ha iniziato la sua carriera giovanissimo, respirando l’aria del teatro grazie ai genitori. Figlio di una sarta teatrale e di un direttore di palcoscenico amico di Tognazzi e Vianello, ha debuttato a soli 5 anni con il mago Zurlì. Con orgoglio, amava ricordare di essere stato “il più giovane allievo di Strehler”, che lo volle nel ruolo del principe di Galles nel “Gioco dei potenti”. Dopo aver interpretato Menico nei “Promessi Sposi” diretto da Sandro Bolchi nel 1967, a soli 17 anni è stato Robby ne “La Freccia Nera”, dimostrando fin da subito il suo talento poliedrico.

Dagli esordi nel cabaret al successo nelle commedie degli anni ’80

Negli anni ’70, Di Francesco si è dedicato al cabaret, inizialmente in coppia con Livia Cerini, per poi entrare a far parte del Gruppo Repellente, un’esperienza fondamentale per la sua crescita artistica. Il gruppo, ideato da Enzo Jannacci e Beppe Viola, vantava tra i suoi membri talenti del calibro di Diego Abatantuono, Massimo Boldi, Giorgio Faletti, Giorgio Porcaro ed Ernst Thole.

Gli anni ’80 hanno segnato la sua consacrazione come “Maurino”, grazie alla partecipazione a commedie di successo come “Sapore di mare 2 – Un anno dopo”, “Yesterday – Vacanze al mare”, “Ferragosto OK”, “I fichissimi”, “Chewingum” e i due “Abbronzatissimi”. Ha recitato anche in “Attila, flagello di Dio” di Castellano e Pipolo, al fianco dell’amico Diego Abatantuono, con cui ha collaborato anche in teatro. Il suo ultimo film è stato “Odissea nell’ospizio” del 2019, ritrovando l’amico Jerry Calà.

Una vita privata segnata da alti e bassi

Dalla relazione con la collega francese Pascale Reynaud, conosciuta sul set di “Sapore d’amore”, è nato suo figlio Daniele. Nel 1997 ha sposato Antonella Palma di Fratianni, che è stata la sua compagna di vita fino alla fine. Nel 2010 ha pubblicato il libro “La logica del paradosso”, un’opera che riflette la sua visione del mondo.

Circa vent’anni fa, Di Francesco si era allontanato dalle scene a causa di un trapianto di fegato. In un’intervista al Giornale, aveva raccontato apertamente i suoi problemi con l’alcol, lanciando un appello ai giovani: “Lasciate perdere, l’alcol è peggio della droga. Non riducetevi come me, sono un miracolato dopo il trapianto di fegato. Ora voglio fare il testimonial dei donatori di organi”.

Il ricordo commosso dei colleghi e amici

La notizia della scomparsa di Mauro Di Francesco ha suscitato grande commozione nel mondo dello spettacolo. Diego Abatantuono lo ha ricordato sui social con affetto: “Mio bel Maurino che per ridere insieme avresti fatto qualsiasi cosa”. Jerry Calà, sotto choc, ha dichiarato all’ANSA: “Sono ancora qua che non ci credo, sono costernato anche perché non sapevo che la sua malattia e che fosse ricoverato in ospedale. Questa notizia mi è giunta con un colpo al cuore, veramente”. Calà ha poi aggiunto: “Siamo cresciuti insieme a Milano, dal cabaret al Derby Club, e poi abbiamo fatto i primi film insieme, anche Sapore di Sale. E anche l’ultimo film, Odissea nell’ospizio del 2019. Lui si era ritirato in campagna in Toscana con sua moglie un po’ a vita privata, dipingeva e anche molto bene, non aveva più tanta voglia di recitare. E quindi sono stato molto contento perché l’ho convinto a fare questo film. È stato un periodo veramente divertentissimo perché eravamo tutti assieme, con i vecchi amici, con tutti i Gatti, Umberto Smaila, Franco Oppini, Nini Salerno, poi c’era anche Andrea Roncato nel film. Mi rimane veramente quel ricordo bellissimo di quel mese passato insieme”. Carlo Vanzina, che lo diresse in film come “I Fichissimi”, “Il ras del quartiere” e “Eccezzziunale veramente – Capitolo secondo… me”, ha espresso il suo dolore: “È un grande dolore, quando uno le persone non le vede per tanto tempo e poi succedono queste cose ci si chiede: ma perché non l’ho chiamato? Ci ho lavorato ma gli ho voluto bene soprattutto”. Anche Marco Risi ha ricordato Di Francesco con affetto: “Era simpatico e gentile, un ragazzo di humour, anche autoironico, era versatile e aveva fatto tante cose anche a teatro. Ho un ricordo molto affettuoso di lui. Qui purtroppo muoiono tutti…”.

Un addio che lascia un vuoto nel cinema italiano

La scomparsa di Mauro Di Francesco rappresenta una perdita significativa per il cinema e il teatro italiano. Con la sua versatilità e il suo talento, ha saputo interpretare ruoli diversi, spaziando dalla commedia al dramma, lasciando un segno indelebile nel cuore del pubblico. Il suo sorriso e la sua capacità di far ridere mancheranno a tutti coloro che lo hanno amato e apprezzato.

Di euterpe

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