Un Confine Sfocato tra Vita e Teatro
Paolo Petroni coglie l’essenza dello spettacolo ‘La Lettre’ di Milo Rau nell’affermazione: “Facendo teatro si è così intensi che si confondono i sentimenti veri e recitati”. Questa confusione tra realtà e finzione è il fulcro dell’opera, che vede due attori aspirare ai ruoli di Nina ne ‘Il Gabbiano’ di Cechov e di Giovanna d’Arco, senza mai raggiungere il successo desiderato. In questa mancata realizzazione si cela la forza dell’arte, l’importanza dei sogni e la capacità di non arrendersi di fronte alle avversità.
Metafora di Resistenza e Reazione
I temi affrontati in ‘La Lettre’ assumono un significato metaforico di resistenza e reazione ai tempi contemporanei. Milo Rau, noto per i suoi spettacoli intensi e crudi sulla realtà odierna, propone questa volta un’opera più leggera, comica e malinconica. L’assenza di scenografie elaborate (un tavolo, tre sedie, tre bandiere e pochi oggetti) accentua la centralità degli attori e del loro dialogo con il pubblico.
Una Lettera al Teatro Italiano
In una lettera pubblica indirizzata al teatro italiano, Rau esprime la consapevolezza che, mentre il mondo è scosso da eventi drammatici come la situazione a Gaza, il suo lavoro – che parla di amore, dolore e del bisogno di bellezza e comunità – possa sembrare fuori luogo. Tuttavia, sottolinea l’importanza di non tacere per paura di essere considerati i perdenti della storia, citando Brecht e il suo monito contro il trionfo del fascismo.
Sogni Infranti e Speranze Future
‘La Lettre’ può essere interpretata come un’ode ai sogni non realizzati e all’impegno delle generazioni successive nel cercare di concretizzarli. Lo spettacolo invita a non sentirsi mai sconfitti e ad affrontare le sfide con costanza. La fusione tra vita e arte, il dialogo continuo con il pubblico e i riferimenti alle proprie storie personali rendono l’opera profondamente umana e coinvolgente.
Un Cast di Eccellenza e Voci Familiari
I protagonisti, Olga Mouak e Arne De Tremerie, offrono interpretazioni intense e versatili, spaziando dalla leggerezza ironica alla profondità dei monologhi cechoviani. Le voci delle nonne e delle madri, amplificate attraverso un altoparlante, sono affidate ad attrici francesi di spicco, tra cui Isabelle Huppert. Le musiche, che spaziano da Jacques Brel a Arvo Part, contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva.
Un’Analisi Critica dello Spettacolo
Nonostante l’indubbia bravura degli attori, il testo presenta una certa disorganicità, mescolando elementi diversi e procedendo come una stand-up comedy senza una vera anima. Il coinvolgimento del pubblico, seppur divertente, appare a tratti un espediente. La critica al “teatro borghese”, accusato di ripetitività e noia, stride con il costante riferimento a Cechov come punto di riferimento. Tuttavia, lo spettacolo riesce a comunicare l’idea che anche un piccolo spazio teatrale possa essere preferibile all’immobilismo.
Riflessioni Finali su ‘La Lettre’
‘La Lettre’ di Milo Rau è un’opera che invita a riflettere sulla natura del teatro, sulla sua capacità di confondere e illuminare la realtà, e sulla sua importanza come strumento di resistenza e di ricerca della bellezza. Nonostante alcune debolezze strutturali, lo spettacolo riesce a toccare corde profonde e a stimolare una riflessione sul ruolo dell’arte nella società contemporanea.
