Un Edipo capro espiatorio nel cuore di Roma
Il Teatro Nazionale di Roma si prepara ad accogliere, dal 4 al 7 ottobre 2025, ‘Tragùdia – Il canto di Edipo’, un progetto teatrale ambizioso e profondamente radicato nella classicità, ideato e diretto da Alessandro Serra. Lo spettacolo, liberamente ispirato alle opere di Sofocle, promette di interrogare il pubblico su temi universali come il lutto, la colpa e la possibilità di redenzione.
Prodotto da Sardegna Teatro in collaborazione con prestigiose istituzioni teatrali italiane, tra cui il Teatro Bellini di Napoli e Emilia-Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, ‘Tragùdia’ ha già riscosso successo e riconoscimenti in Italia e all’estero. Ora, approda nella capitale per aprire la programmazione 2025/26 del Teatro Nazionale, un segnale forte dell’attenzione che l’Opera di Roma dedica ai repertori meno frequentati.
Un linguaggio scenico di forte impatto simbolico
Alessandro Serra, regista, scenografo, costumista e creatore del paesaggio sonoro, concepisce ‘Tragùdia’ come un’esperienza teatrale immersiva, che annulla le distanze tra performer e spettatori. Al centro della scena, Edipo emerge come il capro espiatorio per eccellenza, figura tragica che incarna il dolore e la sofferenza di un’intera comunità.
“In un’epoca di macerie – afferma Serra – non c’è altra possibilità che lavorare su ciò che resta, soffiare sulle ceneri per riattivare il fuoco. Il canto di Edipo si edifica sulle macerie”. Parole che sottolineano la volontà di Serra di trovare, anche nel dolore più profondo, una scintilla di speranza e di rinascita.
Il grecanico, eco di un passato lontano
Una delle scelte più originali di Serra è l’utilizzo del grecanico, un idioma che risuona ancora oggi in un angolo remoto della Magna Grecia, per recitare i testi tratti da Sofocle. “L’italiano – spiega il regista – sembra abbassare il tragico a un fatto drammatico. Abbiamo perciò scelto il grecanico, lingua che ancora oggi risuona in un angolo remoto di quella che fu la Magna Grecia”.
Questa decisione linguistica conferisce allo spettacolo un’aura di sacralità e di arcaicità, trasportando il pubblico in un tempo sospeso, in cui il mito si fa carne e la tragedia si rivela in tutta la sua potenza.
Un cast internazionale per una tragedia senza tempo
Sul palco, un cast internazionale di talentuosi attori darà vita ai personaggi di Sofocle: Alessandro Burzotta, Salvatore Drago, Francesca Gabucci, Sara Giannelli, Jared McNeill, Chiara Michelini e Felice Montervino. Le voci e i canti di Bruno de Franceschi accompagneranno lo spettatore in questo viaggio nel cuore della tragedia.
Dopo la prima del 4 ottobre, sono previste due repliche: il 5 ottobre alle 18 e il 7 ottobre alle 20. Un’occasione imperdibile per assistere a uno spettacolo che promette di lasciare un segno indelebile nel panorama teatrale italiano.
La stagione 2025/26 del Teatro Nazionale: un viaggio nella musica e nella danza
‘Tragùdia’ apre la programmazione 2025/26 del Teatro Nazionale, che proseguirà con una serie di appuntamenti dedicati alla musica e alla danza. Tra gli eventi in programma, spiccano il dittico ‘Il diario di uno scomparso’ di Janáček/’La voix humaine’ di Poulenc, con la nuova regia di Andrea Bernard, Premio Abbiati 2024; il balletto ‘Coppélia’, con la coreografia di Giorgio Mancini; e ‘Serata Preljocaj’, con étoiles, primi ballerini, solisti e Corpo di Ballo dell’Opera di Roma.
La stagione prevede anche la presentazione di nuove opere, come ‘La vita nuda’ di Matteo D’Amico, liberamente tratta da Pirandello, e due allestimenti dedicati al compositore Henze, nel centenario della sua nascita. Un programma ricco e variegato, che conferma la volontà del Teatro dell’Opera di Roma di esplorare nuovi territori e di offrire al pubblico esperienze culturali di alto livello.
Un Edipo per il nostro tempo
L’approccio di Alessandro Serra a Sofocle è audace e stimolante. La scelta del grecanico e l’attenzione all’aspetto rituale della tragedia promettono di restituire al mito di Edipo la sua forza originaria, rendendolo al contempo attuale e rilevante per il nostro tempo. Un’occasione per riflettere sul dolore, sulla colpa e sulla possibilità di redenzione, temi che continuano a interrogarci profondamente.
