Il peso dell’evasione fiscale sui contribuenti onesti

Nel 2024, i contribuenti italiani hanno impiegato ben 156 giorni per soddisfare tutte le richieste fiscali, un dato che evidenzia il peso significativo dell’evasione fiscale nel paese. Questo significa che, fino all’inizio di giugno, le persone fisiche e giuridiche hanno lavorato esclusivamente per lo Stato, al fine di coprire le spese pubbliche essenziali come stipendi dei dipendenti pubblici, sanità, istruzione, trasporti e forze dell’ordine.
La Cgia di Mestre sottolinea che solo a partire dal 6 giugno e fino al 31 dicembre (209 giorni), gli italiani potranno lavorare per sé stessi e per le proprie famiglie. Questo squilibrio è in gran parte dovuto all’elevato numero di evasori fiscali presenti nel territorio nazionale.

Il numero degli evasori fiscali in Italia

Secondo le ultime stime dell’Istat relative al 2022, in Italia si contano quasi 2,5 milioni di persone fisiche occupate irregolarmente o che, pur lavorando in proprio, non possiedono una partita IVA. Questa situazione crea un onere sproporzionato sui contribuenti onesti, che si trovano a dover compensare le mancate entrate fiscali dovute all’evasione.
La regione con il maggior numero di occupati irregolari è la Lombardia, con 379.800 unità, seguita dal Lazio con 319.400 e dalla Campania con 270.200. Tuttavia, se si considera il tasso di irregolarità, calcolato come il rapporto tra il numero di occupati irregolari e il totale degli occupati di ciascuna regione, la Calabria si posiziona al primo posto con il 17,1%, seguita da Campania (14,2%), Sicilia (13,6%) e Puglia (12,6%). La media nazionale è del 9,7%.

Pressione fiscale: un confronto storico

Negli ultimi trent’anni, la pressione fiscale più bassa si è registrata nel 2002, durante il governo Berlusconi, quando si attestò al 38,9% del PIL, ben 3,8 punti percentuali in meno rispetto alla previsione per il 2025. In quel periodo, furono necessari 142 giorni per liberarsi dal giogo fiscale, 14 giorni in meno rispetto alla stima del 2025.
Il picco massimo della pressione fiscale si è verificato nel 2013, con il governo Monti (poi sostituito da Enrico Letta), quando il carico fiscale sul PIL raggiunse il 43,4%, segnando un record negativo.

Considerazioni sull’evasione fiscale e il suo impatto

L’evasione fiscale rappresenta una piaga per l’Italia, con conseguenze dirette sulla capacità dello Stato di fornire servizi essenziali ai cittadini. Il dato dei 156 giorni lavorati per il fisco nel 2024 è un campanello d’allarme che deve spingere a una riflessione profonda sulle politiche di contrasto all’evasione e sulla necessità di una maggiore equità fiscale. È fondamentale che le istituzioni si impegnino a fondo per ridurre il numero di evasori e garantire che tutti contribuiscano in modo equo al finanziamento del sistema pubblico.

Di atlante

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