Approvazione e Contenuti Chiave della Riforma
La Camera dei Deputati ha dato il via libera in terza lettura alla riforma costituzionale della giustizia, un provvedimento che introduce cambiamenti radicali nel sistema giudiziario italiano. Dopo il definitivo assenso del Senato, la riforma sarà sottoposta al vaglio del referendum popolare. I punti salienti includono la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, la creazione di due distinti Consigli Superiori della Magistratura (CSM) e l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare.
Una Magistratura, Due Carriere: La Separazione Formale
L’articolo 104 della Costituzione, che sancisce l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, viene integrato per specificare che essa è composta da magistrati appartenenti alla carriera giudicante e requirente. Questa modifica formalizza la distinzione tra le due figure, un tema da tempo dibattuto nel panorama giuridico italiano. La separazione delle carriere mira a garantire una maggiore imparzialità e specializzazione all’interno del sistema giudiziario.
Due CSM: Composizione e Funzioni
L’attuale Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) sarà sostituito da due nuovi organismi: uno per la magistratura giudicante e uno per quella requirente. Entrambi saranno presieduti dal Presidente della Repubblica e vedranno la partecipazione di diritto del primo presidente e del procuratore generale della Corte di Cassazione, rispettivamente. La composizione dei due Consigli prevede un terzo di membri laici e due terzi di togati, con i membri laici estratti a sorte da un elenco di giuristi predisposto dal Parlamento e i togati sorteggiati tra tutti i magistrati in possesso dei requisiti stabiliti da una legge ordinaria. I componenti dei due CSM resteranno in carica quattro anni e non potranno partecipare al sorteggio successivo.
Poteri dei CSM e l’Istituzione dell’Alta Corte Disciplinare
I nuovi CSM perderanno i poteri disciplinari, che saranno affidati all’Alta Corte disciplinare. Le competenze dei CSM si concentreranno su assunzioni, assegnazioni, trasferimenti, valutazioni di professionalità e conferimenti di funzioni dei magistrati. L’Alta Corte disciplinare sarà composta da 15 membri, tra cui 3 nominati dal Presidente della Repubblica, 3 estratti a sorte da un elenco di giuristi compilato dal Parlamento e 9 magistrati (6 giudicanti e 3 requirenti) con vent’anni di attività ed esperienza in Cassazione. Il presidente dell’Alta Corte sarà eletto tra i membri laici, garantendo un equilibrio tra le diverse componenti.
Sentenze e Leggi Attuative
Le sentenze dell’Alta Corte disciplinare saranno ricorribili solo davanti alla stessa Corte, ma in una composizione diversa rispetto al primo grado. Non sarà possibile impugnare le sentenze in Cassazione, come previsto dall’articolo 111 della Costituzione. Entro un anno dall’entrata in vigore della riforma, dovranno essere varate le leggi attuative che disciplineranno gli illeciti disciplinari, le sanzioni, la composizione dei collegi, il procedimento e il funzionamento dell’Alta Corte. Nel frattempo, continueranno ad essere osservate le leggi vigenti.
Implicazioni e Prospettive della Riforma
La riforma della giustizia rappresenta un cambiamento significativo per il sistema giudiziario italiano, con potenziali impatti sull’indipendenza e l’efficienza della magistratura. La separazione delle carriere e la creazione di nuovi organi di autogoverno mirano a rafforzare la trasparenza e la responsabilità dei magistrati. Tuttavia, sarà fondamentale monitorare attentamente l’attuazione delle leggi attuative e valutare gli effetti concreti della riforma sul funzionamento della giustizia nel nostro paese. Il referendum popolare rappresenterà un momento cruciale per il futuro del sistema giudiziario italiano, offrendo ai cittadini la possibilità di esprimere il proprio parere su un tema di fondamentale importanza per la democrazia e lo stato di diritto.
