La telefonata del Pontefice
Questa mattina, Papa Leone ha contattato telefonicamente padre Gabriel Romanelli, parroco di Gaza, per ricevere aggiornamenti diretti sulla situazione umanitaria e militare nella regione. La Sala Stampa Vaticana ha riferito che il Pontefice ha espresso la sua viva preoccupazione per gli ultimi sviluppi, assicurando a padre Gabriel la sua “preghiera e vicinanza”.
L’assistenza della parrocchia
Padre Romanelli ha informato il Papa dell’impegno continuo della parrocchia nell’assistere i 450 rifugiati che hanno trovato riparo all’interno del complesso parrocchiale, nonché gli abitanti delle zone circostanti. La parrocchia si fa carico soprattutto degli anziani e dei malati, fornendo loro beni di prima necessità come cibo e acqua potabile. La farmacia interna alla parrocchia rimane un punto di riferimento essenziale, garantendo l’accesso ai farmaci necessari.
Attività per bambini e giovani
Nonostante le difficoltà e i pericoli, le attività dell’oratorio per bambini e giovani proseguono, offrendo un barlume di normalità e speranza in un contesto estremamente precario. Questo impegno testimonia la volontà della comunità parrocchiale di non abbandonare i più vulnerabili e di continuare a fornire supporto psicologico e sociale.
Aggiornamenti sulle operazioni militari
Il parroco ha anche aggiornato Papa Leone sull’andamento delle operazioni militari. Al momento, le azioni si concentrerebbero in altri quartieri di Gaza City, risparmiando direttamente l’area in cui si trova la parrocchia. Tuttavia, i rumori degli scontri e dei bombardamenti continuano a farsi sentire, mantenendo alta la tensione e la paura tra la popolazione.
Un faro di speranza in tempi di crisi
La telefonata di Papa Leone a padre Romanelli rappresenta un gesto di grande umanità e solidarietà, sottolineando l’importanza del ruolo della Chiesa nel fornire assistenza e conforto alle popolazioni colpite da conflitti e crisi umanitarie. La parrocchia di Gaza, con il suo instancabile impegno, si conferma un faro di speranza in un momento di profonda sofferenza.