Un anniversario nel silenzio

Il 19 agosto segna l’anniversario della scomparsa del Maestro Ardengo Soffici, figura di spicco per Poggio a Caiano e per l’intero panorama culturale italiano. Tuttavia, quest’anno, la ricorrenza sembra essere passata in sordina, suscitando interrogativi sulla persistenza della memoria e sul valore attribuito alle figure che hanno plasmato la storia artistica e culturale del paese.

L’allarme di Mauro Moriconi

Mauro Moriconi, ex direttore del Museo Soffici e del ‘900 Italiano a Poggio a Caiano, ha espresso il suo disappunto per la mancanza di un adeguato riconoscimento. “Eppure, ancora una volta, sembra che tutto sia stato dimenticato”, ha dichiarato Moriconi, sottolineando come solo il gruppo Aria Nuova e alcuni residenti abbiano reso omaggio a Soffici, mentre le istituzioni sembrano aver relegato l’evento a una nota marginale.

Un ricordo ridotto al minimo

Moriconi ha ricordato l’evento da lui organizzato lo scorso anno, con l’esposizione dell’ultima lettera di Soffici e la deposizione di una corona di fiori sulla sua lapide. Quest’anno, invece, il ricordo ufficiale si è limitato a una breve frase pubblicata sulla pagina del museo. Un gesto considerato insufficiente per onorare la grandezza del Maestro.

La cura della memoria affidata ai privati

La tomba di Ardengo Soffici e di sua moglie Maria è mantenuta pulita e curata grazie alla dedizione di Gabriella, vicina di casa del Maestro, e di Claudio. Un gesto di affetto e riconoscenza che contrasta con il silenzio istituzionale.

Incertezze sul futuro del museo

Con l’arrivo di una nuova direttrice, Moriconi esprime preoccupazione per le sorti del museo, temendo che le decisioni siano già state prese senza un adeguato coinvolgimento. “Credo che Poggio a Caiano meriti maggiore rispetto per la sua storia e per i suoi protagonisti”, ha concluso Moriconi, auspicando un impegno maggiore nella valorizzazione del patrimonio culturale locale.

Riflessioni sulla memoria culturale

Il caso di Ardengo Soffici a Poggio a Caiano solleva interrogativi più ampi sul valore della memoria culturale e sull’importanza di preservare e promuovere la conoscenza delle figure che hanno contribuito a definire l’identità di un luogo. Il silenzio istituzionale, in questo contesto, appare come una mancanza di rispetto non solo verso Soffici, ma anche verso la comunità che si riconosce nella sua opera e nel suo lascito.

Di euterpe

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