Gli Anni Giovanili e la Nascita di una Vocazione

Nato a Düsseldorf nel 1945, Wim Wenders, al secolo Wilhelm, ha radici in una famiglia cattolica e un’iniziale aspirazione alla carriera ecclesiastica. Tuttavia, la sua passione per il cinema prende presto il sopravvento. Dopo aver abbandonato gli studi in medicina e filosofia, si trasferisce a Parigi nel 1966, dove frequenta assiduamente la Cinémathèque Française di Henri Langlois. Questi anni parigini, trascorsi tra la visione di numerosi film e il lavoro come incisore, si rivelano fondamentali per la sua formazione e lo allontanano definitivamente dal sogno di diventare pittore.

L’Ascesa nel Nuovo Cinema Tedesco

Tornato in Germania, Wenders si iscrive all’Accademia del cinema di Monaco e inizia a realizzare i suoi primi cortometraggi. Frequenta i cineclub, si cimenta nella critica cinematografica e stringe amicizia con il drammaturgo Peter Handke. L’incontro con Alexander Kluge lo introduce al movimento del Nuovo Cinema Tedesco, un’ondata di giovani autori che rivoluzionano il panorama cinematografico. Wenders debutta nel lungometraggio nel 1970 con “Estate in città”, affermandosi rapidamente come una delle voci più autorevoli del movimento con opere come “La paura del portiere prima del calcio di rigore” e “Lettera scarlatta”.

La Trilogia del Tempo e l’Influenza Americana

La cosiddetta “trilogia del tempo”, composta da “Alice nelle città”, “Falso movimento” e “Nel corso del tempo”, consacra Wenders come cineasta di riferimento. In questi film, affida a Rüdiger Vogler il ruolo di suo alter-ego sullo schermo. Il successo mondiale de “L’amico americano” gli apre le porte di Hollywood, dove, pur vivendo un periodo contraddittorio, si lascia affascinare dai grandi spazi americani, che diventano protagonisti anche della sua arte fotografica. Dopo un’esperienza meno felice con “Hammet”, torna in Germania e realizza “Lo stato delle cose”, Leone d’Oro a Venezia, una riflessione appassionata sul suo mestiere.

Paris, Texas e il Successo Internazionale

Nel 1984, grazie alla collaborazione con Sam Shepard, Wenders firma il suo maggiore successo “americano”: “Paris, Texas”, Palma d’Oro a Cannes. Il film, interpretato da Harry Dean Stanton e Nastassja Kinski, diventa un’icona del cinema on the road e consolida la sua fama internazionale.

Oltre il Cinema Narrativo: Documentari e Fotografia

Negli anni successivi, Wenders continua a realizzare film di grande impatto, come “Il cielo sopra Berlino”, ma si dedica sempre più al documentario e alla fotografia. Opere come “Buena Vista Social Club”, “Pina” e “Il sale della terra” testimoniano la sua capacità di raccontare storie attraverso immagini potenti e suggestive. Collabora con Antonioni per la regia di “Al di là delle nuvole” e fonda l’Accademia che ogni anno consegna l’Oscar europeo (EFA). La sua visione dell’immagine è racchiusa nel saggio “L’atto di vedere”.

Il Ritorno al Successo con ‘Perfect Days’

Quando ormai sembrava una figura storica del cinema, Wenders sorprende tutti nel 2023 con “Perfect Days”, un film nato da una commissione inaspettata: un documentario promozionale sui bagni pubblici di Tokyo. Ispirato alla poetica di Yasujirō Ozu, Wenders realizza un’opera delicata e profonda, che conquista pubblico e critica a Cannes, confermandolo ancora una volta come un maestro del cinema contemporaneo.</p

Un Autore Eclettico e Inclassificabile

Wim Wenders è un autore eclettico e inclassificabile, capace di spaziare tra generi e linguaggi diversi, dal cinema narrativo al documentario, dalla fotografia alla musica. La sua opera è un viaggio continuo alla ricerca di significato, un’esplorazione delle emozioni umane e dei paesaggi interiori. Con “Perfect Days”, Wenders dimostra di essere ancora in grado di sorprendere e commuovere, confermando il suo ruolo di protagonista nel panorama cinematografico mondiale.

Di euterpe

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