L’Annuncio Shock di Trump e la Reazione dei Mercati

Donald Trump ha nuovamente scosso i mercati globali con l’imposizione di dazi variabili dal 15% al 50% su oltre 90 paesi, una mossa che ha immediatamente innescato vendite diffuse nelle borse di tutto il mondo. L’ordine esecutivo, che entrerà in vigore il 7 agosto, colpisce in particolare Canada, Brasile e Svizzera, mentre una tariffa di base del 10% sarà applicata a tutte le altre nazioni non esplicitamente nominate, inclusa la Russia.

La reazione dei mercati è stata immediata e negativa. Wall Street ha aperto in territorio negativo, mentre le borse europee hanno subito una perdita complessiva di 269 miliardi di euro, con Milano che ha visto il suo indice Ftse Mib cedere il 2,55%. Anche i mercati asiatici hanno chiuso in calo, riflettendo la preoccupazione degli investitori per l’impatto dei dazi sull’economia globale e per i recenti dati macroeconomici statunitensi deludenti. Questi dati includono una crescita del PIL inferiore alle aspettative, un aumento dell’inflazione e un rallentamento del mercato del lavoro, con solo 75.000 nuovi posti creati a luglio, il numero più basso degli ultimi quattro anni.

Dettagli e Tempistiche dei Nuovi Dazi

Le nuove tariffe entreranno in vigore per tutti i paesi interessati a partire dal 7 agosto, una settimana dopo la data inizialmente prevista del 1° agosto. Questo ritardo è stato concesso per permettere alle dogane americane di organizzare la riscossione dei nuovi dazi. Inoltre, è stato stabilito che le tariffe sulle merci spedite via nave non saranno modificate prima del 5 ottobre 2025.

Tre mesi fa, Trump aveva promesso di raggiungere 90 accordi commerciali in 90 giorni, ma finora ne ha conclusi solo otto. La lista dei paesi che hanno raggiunto un accordo con gli Stati Uniti include l’Unione Europea, il Regno Unito, il Vietnam, l’Indonesia, le Filippine, la Corea del Sud, il Giappone e il Pakistan. L’intesa politica con Bruxelles sembra reggere, con dazi al 15% in attesa della finalizzazione di una dichiarazione congiunta e della definizione di eccezioni e quote. Questo significa che il settore auto e delle componenti per il settore, attualmente sottoposto a tariffe del 27,5%, resta per ora escluso dall’ordine esecutivo.

Reazioni Internazionali e Possibili Sviluppi Futuri

Il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ha definito il provvedimento di Trump “un primo passo”. “I nuovi dazi statunitensi riflettono i primi risultati dell’accordo Ue-Usa, in particolare il tetto massimo del 15% sui dazi all-inclusive. Questo rafforza la stabilità delle imprese europee e la fiducia nell’economia transatlantica”, ha scritto su X, sottolineando che “il lavoro continua”.

In un’intervista a Nbc News, Trump ha spiegato che era “troppo tardi” per i paesi nominati nel suo decreto per evitare le tariffe, ma ha lasciato aperta la porta a possibili offerte future. “Ciò non significa che qualcuno non si presenti tra quattro settimane e dica che possiamo raggiungere un accordo”, ha detto.

Tra i paesi più colpiti dai nuovi dazi c’è il Brasile, con una tariffa del 50% come ritorsione al suo processo contro l’ex presidente Bolsonaro. La Svizzera è stata colpita con dazi al 39% a causa di un deficit commerciale ritenuto troppo alto e, secondo alcuni analisti, come punizione per la smobilitazione delle banche elvetiche dai mercati americani e come monito alle case farmaceutiche svizzere. Il Canada è stato colpito con tariffe al 35% per la scarsa collaborazione nella lotta al fentanyl e per la sua intenzione di riconoscere la Palestina. Il Messico ha ottenuto una deroga di 90 giorni per negoziare un accordo più ampio, mentre la Cina ha una scadenza separata, il 12 agosto, ma si prevede un’estensione della tregua in corso.

Impatto sui Paesi in Via di Sviluppo e sulle Economie Emergenti

L’ordine esecutivo di Trump colpisce anche alcuni dei paesi più poveri e devastati dalla guerra, tra cui la Siria (41%), Laos e Myanmar (40%), Iraq (35%), Libia (30%) e Sri Lanka (20%). Altri paesi, come Australia, Russia, Ucraina, Egitto, Marocco, Argentina, Colombia e Perù, continueranno a pagare una tariffa standard del 10%.

Un Quadro Complesso e in Evoluzione

La mossa di Trump rappresenta un’escalation delle tensioni commerciali globali e solleva interrogativi sull’impatto a lungo termine sull’economia mondiale. Se da un lato alcuni paesi sono riusciti a negoziare accordi favorevoli, molti altri si trovano a dover affrontare tariffe elevate che potrebbero danneggiare le loro economie. La situazione è in continua evoluzione, e sarà fondamentale monitorare attentamente gli sviluppi futuri e le reazioni dei paesi colpiti.

Di atlante

Un faro di saggezza digitale 🗼, che illumina il caos delle notizie 📰 con analisi precise 🔍 e un’ironia sottile 😏, invitandovi al dialogo globale 🌐.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *