Una scoperta eccezionale nel cuore della Sardegna
A Bonorva, nel complesso archeologico di Sant’Andrea Priu, la terra sarda continua a svelare i suoi tesori più antichi. A pochi giorni dal prestigioso riconoscimento Unesco, sono state portate alla luce tre nuove domus de janas, le affascinanti ‘case delle fate’ scavate nella roccia che testimoniano la ricca storia preistorica dell’isola. Questa scoperta porta a 20 il numero di tombe preistoriche presenti nel sito, confermando l’importanza di Sant’Andrea Priu come uno dei principali complessi archeologici della Sardegna.
Bonorva, scrigno di necropoli preistoriche
Il Comune di Bonorva si conferma un vero e proprio scrigno di tesori archeologici, vantando ben due necropoli – Sant’Andrea Priu e Sa Pala Larga – iscritte nel prestigioso elenco Unesco. Le nuove domus de janas, immediatamente fruibili dal pubblico, arricchiscono ulteriormente il patrimonio culturale del territorio, offrendo un’occasione unica per immergersi nella storia millenaria della Sardegna.
Un progetto di valorizzazione finanziato dal Ministero della Cultura
La scoperta è frutto di un ampio progetto di scavo, restauro e valorizzazione che interessa il Complesso archeologico di Sant’Andrea Priu, il Nuraghe Oes e il Nuraghe Santu Antine. Finanziato dal Ministero della Cultura e gestito dal Segretariato regionale del Mic per la Sardegna, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, il progetto mira a preservare e promuovere la conoscenza di questi importanti siti archeologici.
Reperti di epoca preistorica e imperiale: una stratificazione millenaria
Le nuove domus de janas hanno restituito numerosi reperti in ceramica, ossidiana, metalli, databili sia all’epoca preistorica che imperiale. Vasi, ciotole, utensili testimoniano la complessa e interessante stratificazione del sito, dal Neolitico all’epoca romana e altomedievale. Particolarmente significativa è la Tomba XX, denominata ‘Tomba dei Vasi Romani’ per il ricco corredo funerario di epoca imperiale, con oltre 30 reperti ceramici in ottimo stato di conservazione, tra cui brocche, piatti e lucerne. I reperti saranno restaurati nel Centro di Li Punti.
La “Tomba dei Vasi Romani”: uno sguardo all’epoca imperiale
La Tomba XX, ribattezzata “Tomba dei Vasi Romani”, rappresenta una finestra privilegiata sull’epoca imperiale. Il suo ricco corredo funerario, composto da oltre 30 reperti ceramici in perfetto stato di conservazione, offre preziose informazioni sulle usanze e le credenze funerarie di quel periodo. Brocche, piatti e lucerne, oggetti di uso quotidiano trasformati in simboli di un viaggio verso l’aldilà, saranno accuratamente restaurati nel Centro di Li Punti per essere preservati e studiati.
Proseguono le ricerche archeologiche
Le ricerche archeologiche proseguiranno anche nella parte inferiore del sito, interessata da un insediamento di epoca romana e altomedievale. Il complesso archeologico di Sant’Andrea Priu riveste una notevole importanza per tutto il bacino del Mediterraneo. L’ipogeo principale, detto ‘Tomba del Capo’ per la sua imponenza, viene rifunzionalizzato come chiesa rupestre e conserva oggi il più importante ciclo di pitture bizantine dell’Isola. Il sito rappresenta un vero e proprio palinsesto storico, dove in pochi metri si attraversano millenni di storia.
Sant’Andrea Priu: un palinsesto storico di inestimabile valore
Il complesso archeologico di Sant’Andrea Priu è un vero e proprio palinsesto storico, un luogo dove millenni di storia si sovrappongono e si intrecciano. L’ipogeo principale, noto come ‘Tomba del Capo’ per la sua imponenza, fu trasformato in chiesa rupestre e conserva ancora oggi il più importante ciclo di pitture bizantine dell’isola. Un sito di inestimabile valore, capace di raccontare la storia della Sardegna e del Mediterraneo attraverso le sue vestigia.
Un patrimonio da proteggere e valorizzare
La scoperta di queste nuove domus de janas a Bonorva è una notizia straordinaria che sottolinea l’importanza di proteggere e valorizzare il patrimonio archeologico della Sardegna. Questi siti non sono solo testimonianze del passato, ma anche un’opportunità per comprendere meglio le nostre radici e la nostra identità culturale. Investire nella ricerca, nella conservazione e nella fruizione di questi tesori è un dovere verso le future generazioni.
