Un approccio innovativo alla storia della fotografia italiana

Il volume “Storie della fotografia in Italia”, edito da Pearson, si propone come una raccolta multidisciplinare di saggi che esplorano la storia della fotografia italiana da una prospettiva inedita. Curato da Giovanni Fiorentino, Monica Maffioli e Roberta Valtorta, il libro raccoglie 33 brevi saggi firmati da 23 autori, suddivisi in quattro sezioni, con l’obiettivo di comporre un mosaico articolato sul medium fotografico. L’intento è quello di superare la tradizionale narrazione lineare e artistica della fotografia, offrendo invece una visione più ampia e integrata che tenga conto della sua interazione con altri ambiti disciplinari come la letteratura, il giornalismo, la ricerca etnografica, la pittura, il design, il cinema, il teatro e le arti visive.

Un dialogo tra discipline diverse

Il volume si distingue per il suo approccio transdisciplinare e policentrico, che considera la fotografia come un punto di riferimento per diverse discipline umanistiche. Come spiega Giovanni Fiorentino, docente all’Università della Tuscia e presidente della Società Italiana dello Studio della Fotografia (Sisf), l’obiettivo è quello di “dare conto di una storia che contiene tantissime storie che non sono state esplorate con mezzi di ricerca integrati che rispondono alla varietà degli approcci disciplinari”. In questo modo, il libro invita a narrare due secoli di fotografia in Italia facendo dialogare storia dell’arte, sociologia, scienze sociali, studio dei consumi, vita quotidiana, moda, città, cinema, architettura, studio dei media, estetica e antropologia.

Un mosaico di luoghi e tematiche

La molteplicità dei contributi presenti nel volume permette di esplorare la fotografia italiana attraverso una varietà di luoghi e tematiche. Si spazia dal confronto tra Napoli e Roma a Milano e la Sardegna, dalla Sicilia a Venezia. L’attenzione si concentra anche su temi specifici come “Il ritratto e il culto del Duce”, il concetto di paesaggio ispirato dalla mostra “Viaggio in Italia” di Luigi Ghirri, il mondo digitale e le icone fotografiche, come l’immagine della Breccia di Porta Pia, Aldo Moro prigioniero delle Br, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme sorridenti, il barcone stracolmo di migranti e l’infermiera crollata per la fatica durante l’emergenza Covid.

La fotografia come strumento di costruzione dell’identità nazionale

Attraverso questo puzzle di studi, emerge un ritratto dell’Italia come un’identità mediale che si costruisce e si rafforza tra Ottocento e Novecento grazie al contributo dei media visivi, in particolare della fotografia. Come sottolinea Fiorentino, la fotografia è stata utile persino nella costruzione dell’identità nazionale, piegata all’uso che ne fanno il potere e le istituzioni.

Le sfide dell’intelligenza artificiale

Il volume affronta anche le sfide poste dall’intelligenza artificiale nel mondo della fotografia. Fiorentino osserva che le tecnologie si trasformano continuamente e che l’intelligenza artificiale rappresenta una nuova sfida tecnologica che richiede una rinegoziazione tra occhio, mente e macchina. L’uomo deve ora interagire con le nuove tecnologie per la produzione visiva, aprendo nuove prospettive e interrogativi sul futuro della fotografia.

Un’opera necessaria per comprendere il ruolo della fotografia nella cultura italiana

“Storie della fotografia in Italia” rappresenta un’opera fondamentale per comprendere il ruolo cruciale che la fotografia ha svolto e continua a svolgere nella costruzione dell’identità culturale e mediale del nostro paese. Grazie al suo approccio transdisciplinare e alla varietà dei contributi, il volume offre una visione ricca e articolata di un medium che ha saputo interpretare e rappresentare la complessità della società italiana nel corso dei secoli.

Di euterpe

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