L’innovazione linguistica di Papa Francesco: un ponte tra fede e quotidianità
Papa Francesco ha dimostrato una notevole capacità di comunicazione linguistica, creando parole nuove e insolite che hanno arricchito la lingua italiana. Valeria Della Valle, linguista e condirettrice del Dizionario dell’italiano Treccani, sottolinea come Bergoglio abbia saputo accorciare la distanza con il suo pubblico attraverso un linguaggio immediato, facile e semplice.
«Ha creato parole molto vive, colorate, sicuramente molto espressive, mostrando una grande capacità di comunicazione linguistica. Ha accorciato la distanza da chi lo ascolta, dagli interlocutori usando una lingua molto immediata, molto facile, semplice», afferma Della Valle all’ANSA, evidenziando l’efficacia comunicativa del pontefice.
‘Giocatolizzare’, ‘nostalgiare’, ‘mafiarsi’ e ‘martalismo’: i neologismi che fanno riflettere
Tra i neologismi più significativi, Della Valle cita ‘giocatolizzare’, un termine usato da Bergoglio per riferirsi a chi ridicolizza questioni serie come la religione. Altrettanto interessante è l’uso di ‘nostalgiare’ nel senso di rimpiangere, provare nostalgia, e ‘mafiarsi’, inteso come comportarsi in modo scorretto, simile ai mafiosi. Il sostantivo ‘martalismo’, derivato da Marta, la sorella di Lazzaro, critica invece l’eccesso di attivismo a discapito dell’ascolto.
La linguista evidenzia come Papa Francesco, quando sente il bisogno di esprimere un concetto in modo preciso, non esita a creare una parola o ad adattarla dalla sua lingua d’origine. Questo approccio ha permesso di creare termini comprensibili e di forte impatto, sia sui fedeli che sui non credenti.
‘Spuzzare’ e ‘balconare’: tra dialetto e metafora, l’espressività del linguaggio papale
Non tutte le creazioni linguistiche di Papa Francesco sono state accolte positivamente. Il verbo ‘spuzzare’, usato a Napoli per indicare che ‘la corruzione spuzza’, ha suscitato alcune critiche. Tuttavia, Della Valle precisa che ‘spuzzare’ è un termine esistente, utilizzato in Piemonte, regione d’origine della famiglia di Bergoglio, e in altri dialetti del nord, con il significato di ‘mandare un odore cattivo’.
Un altro verbo interessante è ‘balconare’, usato in un discorso del 2017 per descrivere chi osserva la vita degli altri senza parteciparvi attivamente. Nonostante le iniziali perplessità, Della Valle sottolinea l’espressività di questo termine, che rende bene l’idea di chi si pone come spettatore distaccato.
L’italiano come lingua della Chiesa: un’eredità di Papi non italiani
Dopo il Concilio Vaticano II, l’italiano ha sostituito il latino come lingua ufficiale della Chiesa. Curiosamente, l’impulso maggiore all’uso dell’italiano è venuto da tre Papi non italiani: Giovanni Paolo II (polacco), Benedetto XVI (tedesco) e Francesco (argentino di origini italiane). Quest’ultimo, in particolare, ha sempre utilizzato l’italiano nei suoi viaggi all’estero, contribuendo alla diffusione mondiale della lingua.
Un’ulteriore innovazione è stata l’enciclica Laudato si’, in cui Papa Francesco ha ripreso passi del Cantico di Frate sole di San Francesco, un testo letterario in volgare umbro. L’enciclica, incentrata sul problema dell’ambiente, ha definito la natura come ‘la nostra casa comune’, un’espressione che, secondo Della Valle, merita di essere ricordata per la sua bellezza e profondità.
I ‘bergoglismi’: un neologismo per definire lo stile linguistico di Papa Francesco
Le parole create da Papa Francesco sono state definite ‘bergoglismi’ dai linguisti. Tuttavia, è difficile prevedere quali di questi termini entreranno a far parte del vocabolario italiano ufficiale. Ciò che è certo è che il linguaggio di Papa Francesco ha lasciato un segno indelebile nella comunicazione religiosa e culturale, dimostrando come la lingua possa essere uno strumento potente per avvicinare le persone e promuovere la riflessione.
Un linguaggio che avvicina e interroga
L’uso creativo della lingua italiana da parte di Papa Francesco non è solo un esercizio di stile, ma una precisa scelta comunicativa. Attraverso i suoi neologismi e le sue espressioni colloquiali, il pontefice riesce a raggiungere un pubblico vasto ed eterogeneo, stimolando la riflessione su temi importanti come la fede, la giustizia sociale e la cura dell’ambiente. I ‘bergoglismi’ sono quindi uno strumento per abbattere le barriere linguistiche e culturali, rendendo il messaggio evangelico più accessibile e comprensibile.
