
Installazione chiusa al pubblico dopo le proteste
L’Università Statale di Milano ha annunciato la chiusura al pubblico dell’installazione “The Amazing Plaza”, realizzata per Amazon dallo studio Mad, situata all’interno di un chiostro dell’ateneo. La decisione, presa in accordo con Interni, fa seguito alle proteste che hanno visto protagonisti attivisti pro Palestina e collettivi studenteschi nei giorni scorsi.
Occupazione e contestazioni
Nei giorni precedenti, un gruppo di attivisti pro Palestina ha occupato il cortile della Farmacia, dove si trova l’installazione. Successivamente, due collettivi di studenti, Rebelot ed Ecologia Politica Milano, hanno bloccato l’accesso al cortile, trascorrendo anche le notti sul posto. La protesta si è conclusa con la rimozione degli striscioni appesi all’installazione, che non ha subito danni.
Interruzione del talk e fumogeni
Gli studenti si sono poi spostati sul loggiato del rettorato, dove hanno acceso dei fumogeni e interrotto un talk organizzato da Amazon con Carlo Ratti, professore del Massachusetts Institute of Technology di Boston. Nonostante l’interruzione, l’evento si è regolarmente concluso.
Decisione di chiusura e futuro incerto
L’università, in accordo con Interni, ha deciso di chiudere al pubblico l’installazione per evitare future proteste e per ripristinare la pulizia nel cortile. Nei prossimi giorni verrà valutata la possibilità di riaprire l’accesso al chiostro o di mantenerlo chiuso fino al termine dell’evento Fuorisalone, previsto per il 17 aprile.
Il contesto del Fuorisalone
L’installazione “The Amazing Plaza” fa parte della mostra-evento Cre Action, realizzata da Interni alla Statale in occasione del Fuorisalone. Il chiostro che ospita l’installazione è solitamente chiuso agli studenti, non ospitando aule scolastiche, e viene aperto in occasioni speciali come questa.
Riflessioni sulla chiusura dell’installazione
La decisione di chiudere l’installazione solleva interrogativi sul bilanciamento tra il diritto di protesta e la fruizione di eventi culturali. Se da un lato è comprensibile la volontà di garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, dall’altro la chiusura priva il pubblico della possibilità di visitare l’installazione e limita la libertà di espressione. Sarà importante trovare un equilibrio che permetta di conciliare le diverse esigenze e garantire uno spazio di dialogo e confronto.