Un bilancio a Napoli per pianificare il futuro
La rete scientifica italiana per la risposta alle malattie infettive emergenti, nata grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), si prepara a una nuova fase di sviluppo. A due anni e mezzo dall’avvio del progetto, i ricercatori si riuniscono a Napoli in un convegno organizzato dal partenariato esteso Inf-Act per fare il punto sui risultati ottenuti e definire le strategie future.
“Dopo due anni e mezzo di sviluppo progettuale è il momento di capire che cosa è stato fatto e come andare avanti”, ha dichiarato all’ANSA Federico Forneis, presidente della Fondazione Inf-Act, che coordina il progetto di partenariato esteso Pnrr del ministero dell’Università e della Ricerca sul tema delle malattie infettive emergenti. Con poco più di sei mesi al termine del finanziamento Pnrr, l’obiettivo è definire un piano per il futuro che renda produttivi gli investimenti fatti finora.
Sinergie e modelli per un sistema più efficiente
Il confronto a Napoli si concentra sul piano istituzionale, con l’obiettivo di individuare modelli che permettano di rendere produttivi gli investimenti fatti finora. Inf-Act, in quanto partenariato esteso, è focalizzato sulla ricerca fondamentale. Costruire un dialogo efficace con altre realtà significa realizzare una filiera che non si limiti alle malattie infettive emergenti, ma che metta a sistema ambiti affini, creando sinergie preziose.
Una nuova generazione di esperti
In poco più di due anni di lavoro, il Partenariato esteso Inf-Act ha coinvolto oltre 800 ricercatori provenienti da università pubbliche e private, aziende ospedaliere, società scientifiche, enti privati di ricerca, aziende e start-up. Un risultato importante è la formazione di una nuova generazione di microbiologi, infettivologi, veterinari, genetisti, igienisti, matematici e medici, dotati di un lessico comune necessario per creare reti collaborative.
“Stiamo formando una nuova generazione di microbiologi, infettivologi, veterinari, genetisti, igienisti, matematici, medici a cui dare un lessico comune necessario per creare reti collaborative. Abbiamo assunto decine di giovani ricercatori che hanno capito l’importanza del lavoro: loro, presto, saranno pronti per il cambio generazionale”, ha aggiunto Forneis.
Prepararsi all’epidemia X
Oltre a una vasta rete di esperti, l’Italia ha ora le competenze per rispondere a un’eventuale emergenza. Si tratta ora di capire quali strategie e modelli utilizzare per sviluppare il futuro prossimo di questi progetti. L’aggregazione delle competenze maturate in questi due anni e mezzo può generare un effetto moltiplicatore e consolidare ulteriormente la capacità di reazione del sistema Paese.
Prepararsi alla gestione di una possibile epidemia causata da una malattia infettiva emergente, la cosiddetta “epidemia X”, richiede un approccio sinergico che coinvolga la ricerca, le politiche sanitarie e la comunicazione. Dalla individuazione precoce di un focolaio alla raccolta dei dati epidemiologici, dalla gestione e cura del paziente negli ospedali al coinvolgimento dell’opinione pubblica, ogni livello deve essere pronto a reagire in tempi rapidi.
Un investimento strategico per la salute pubblica
L’iniziativa finanziata dal Pnrr rappresenta un investimento strategico per la salute pubblica italiana. La creazione di una rete scientifica multidisciplinare e la formazione di una nuova generazione di esperti sono elementi fondamentali per affrontare le sfide poste dalle malattie infettive emergenti. La capacità di collaborare e di condividere conoscenze tra diversi settori è cruciale per garantire una risposta efficace e tempestiva a future emergenze sanitarie.
