Bruxelles valuta il modello L’Aquila per la ricostruzione ucraina
La recente visita a Bruxelles delle delegazioni degli Uffici speciali Usra e Usrc ha portato alla ribalta l’esperienza abruzzese nella ricostruzione post-sisma come possibile modello per affrontare la complessa sfida della ripartenza in Ucraina. Salvo Provenzano, titolare dell’Ufficio speciale della ricostruzione L’Aquila, ha riferito che i modelli adottati in Abruzzo sono stati accolti con favore come riferimento per territori colpiti da guerre e catastrofi.
Collaborazione futura tra Italia e Ucraina: un’opportunità concreta
Durante gli incontri a Bruxelles, si è discusso di una potenziale collaborazione futura tra Italia e Ucraina. “La conferma ufficiale dipenderà ovviamente da futuri sviluppi”, ha precisato Provenzano. Un tema centrale è la ricostruzione in Ucraina, con investimenti previsti per circa mille miliardi di euro. La sfida principale riguarda la definizione delle linee di demarcazione con la Russia, ma c’è anche l’urgenza di sviluppare infrastrutture, soprattutto nella parte del Paese che guarda verso l’Europa.
Infrastrutture e know-how: le priorità per la ripartenza ucraina
Le zone occidentali dell’Ucraina, meno infrastrutturate a causa della pianificazione risalente all’ex Unione Sovietica, necessitano di un intervento mirato. Gli interlocutori ucraini hanno sottolineato l’importanza di coinvolgere esperti con un’esperienza decennale nella ricostruzione, sia tra i funzionari pubblici che nelle maestranze. In questo contesto, il know-how maturato sul campo in Abruzzo potrebbe rivelarsi fondamentale per affrontare una sfida senza precedenti per il mondo occidentale.
Un’opportunità per l’Italia e per l’Europa
L’interesse dell’Unione Europea per il modello L’Aquila rappresenta un riconoscimento importante del lavoro svolto in Abruzzo e un’opportunità per l’Italia di giocare un ruolo chiave nella ricostruzione dell’Ucraina. La condivisione di competenze e risorse potrebbe non solo contribuire alla ripartenza del Paese, ma anche rafforzare il ruolo dell’Italia e dell’Europa come attori globali nella gestione delle crisi.
