Un gioco da tavolo che divide
Il gioco da tavolo “La Famiglia – The Great Mafia War”, prodotto dalla tedesca Boardgame Atelier, ha vinto recentemente l’As d’Or, un prestigioso premio francese per i giochi. Tradotto in italiano e distribuito online, il gioco invita i partecipanti a competere per il controllo dei mandamenti mafiosi siciliani, utilizzando strumenti come autobombe, uccisioni e traffico di droga. Questa rappresentazione ludica della mafia ha sollevato un’ondata di critiche e indignazione.
Reazioni politiche e sociali
Il parlamentare regionale di Forza Italia, Alessandro De Leo, ha espresso la sua forte contrarietà, inviando una lettera al Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. De Leo ha definito inaccettabile la trasformazione di un fenomeno criminale violento in un gioco, sottolineando come ciò offenda la dignità dei siciliani e svilisca l’impegno di chi lotta per la legalità. La banalizzazione di atti violenti come l’uso di autobombe è stata ritenuta particolarmente grave.
Dettagli del gioco e meccaniche
Il gioco permette a un massimo di quattro giocatori di impersonare sei diverse famiglie mafiose, ognuna con abilità speciali. L’obiettivo è competere per il dominio della Sicilia, utilizzando strategie che includono la costruzione di laboratori per la droga e il contrabbando. Secondo De Leo, questa meccanica trasforma in intrattenimento un capitolo oscuro della storia siciliana, banalizzando la sofferenza e la violenza subite dalla regione.
Appello all’azione
De Leo ha chiesto al Presidente Schifani di valutare ogni possibile azione per contrastare la diffusione del gioco, seguendo l’esempio di imprese e associazioni che si sono già mobilitate contro la commercializzazione di prodotti che banalizzano il fenomeno mafioso. La richiesta mira a proteggere la memoria delle vittime e a onorare l’impegno di chi lotta contro la criminalità organizzata.
Riflessioni sulla banalizzazione della violenza
La vicenda del gioco da tavolo “La Famiglia” solleva importanti questioni etiche e morali. Mentre i giochi da tavolo possono essere uno strumento di intrattenimento, è fondamentale considerare l’impatto della rappresentazione di eventi storici tragici. La banalizzazione della violenza mafiosa, attraverso un gioco che la rende un semplice strumento di competizione, può offendere la memoria delle vittime e minare gli sforzi per combattere la criminalità organizzata. È necessario un dibattito pubblico sulla responsabilità delle aziende che producono tali prodotti e sull’importanza di promuovere una cultura della legalità e del rispetto.