Contratti trasparenti e responsabilità
Gabriele Simongini, curatore della mostra “Il tempo del Futurismo” alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (GNAM), ha replicato alle polemiche sorte in questi giorni, smentendo le accuse di opacità sui compensi e sulla vicenda della scultura di Boccioni. In una nota, Simongini ha precisato che il contratto per la curatela della mostra ammonta a ventimila euro oltre oneri di legge, mentre è in fase di perfezionamento un altro contratto per la curatela del catalogo, per un onorario di diecimila euro oltre oneri di legge.
“Si sta perfezionando un altro contratto sempre con la GNAM per la mia curatela del catalogo, a cui ho lavorato per molti mesi, per un onorario di diecimila euro oltre oneri di legge. A breve sarà pubblicato anche questo su Mepa. E’ tutto trasparente, quindi non si tratta complessivamente di quarantamila euro ma di trentamila euro per due anni intensi di lavoro in una mostra che implica una grande responsabilità”, ha spiegato Simongini.
La vicenda della scultura di Boccioni
Simongini ha anche affrontato la questione del ritiro dalla mostra della scultura “Forme uniche della continuità nello spazio” di Boccioni, affermando che il proprietario Roberto Bilotti ha accettato per iscritto la didascalia proposta dalla GNAM nel momento in cui ha consegnato la scultura. “Il proprietario Roberto Bilotti ha accettato per iscritto la didascalia proposta dalla Gnam nel momento in cui ha consegnato la scultura, dopo aver molto insistito per esporla. La Gnam ha tutta la documentazione in proposito”, ha sottolineato Simongini.
Inoltre, il curatore ha precisato che la scultura “Antigrazioso” di Boccioni è stata ricollocata in mostra dopo un piccolo intervento di restauro. “Nessun mistero, quindi”, ha concluso Simongini.
Trasparenza e responsabilità
La replica di Simongini rappresenta un tentativo di chiarire la situazione e di riportare la discussione su un piano di maggiore trasparenza. La questione dei compensi e delle polemiche sulla mostra “Il tempo del Futurismo” solleva un dibattito importante sul ruolo dei curatori e sulle modalità di gestione delle istituzioni culturali. È fondamentale che la gestione dei fondi pubblici sia trasparente e che le decisioni relative alle mostre siano prese in modo responsabile e con il massimo rispetto per il patrimonio artistico e culturale.