La denuncia di Medici Senza Frontiere
Un nuovo rapporto internazionale di Medici Senza Frontiere (Msf) intitolato “Gaza è una trappola mortale” denuncia la situazione disastrosa nella Striscia di Gaza, attribuendola agli attacchi militari israeliani e al conseguente collasso del sistema sanitario e delle infrastrutture essenziali. Il rapporto descrive la situazione come una “trappola mortale” per i civili palestinesi, con un assedio soffocante e la negazione sistematica dell’assistenza umanitaria.
Msf chiede un cessate il fuoco immediato per salvare vite umane e agevolare il flusso degli aiuti umanitari. L’organizzazione chiede ad Israele di fermare gli attacchi mirati e indiscriminati contro i civili e ai suoi alleati di agire per proteggere le vite dei palestinesi e rispettare le regole della guerra.
Un quadro apocalittico
Secondo il rapporto, la popolazione di Gaza sta lottando per la sopravvivenza in condizioni apocalittiche, con nessun luogo sicuro e nessuna via d’uscita. La recente offensiva militare nel nord della Striscia è stata descritta come un chiaro esempio della guerra brutale condotta dalle forze israeliane, con evidenze di pulizia etnica, sfollamenti forzati e bombardamenti.
Christopher Lockyear, segretario generale di Msf, ha dichiarato: “Tutto quello che le nostre équipe mediche hanno visto sul campo durante questo conflitto è coerente con le descrizioni fornite da un numero crescente di esperti legali e organizzazioni secondo cui a Gaza è in corso un genocidio.” Lockyear ha aggiunto: “Pur non avendo l’autorità legale per stabilire l’intenzionalità, le evidenze della pulizia etnica e la devastazione in corso – tra cui uccisioni di massa, gravi lesioni fisiche e mentali, sfollamento forzato e condizioni di vita impossibili per i palestinesi sotto assedio e sotto i bombardamenti – sono innegabili.”
Il bilancio delle vittime
La guerra totale di Israele contro Gaza ha ucciso più di 45.000 persone, tra cui 8 membri dello staff di Msf, secondo il ministero della Sanità. Il numero di morti legati alla guerra è probabilmente molto più alto a causa del collasso del sistema sanitario, delle epidemie e dell’accesso fortemente limitato a cibo, acqua e rifugi. All’inizio di quest’anno, le Nazioni Unite hanno stimato che più di 10.000 corpi sarebbero rimasti sepolti sotto le macerie.
Le forze israeliane hanno impedito l’ingresso nella Striscia di beni essenziali come cibo, acqua e forniture mediche, oltre a bloccare, negare e ritardare l’assistenza umanitaria. Circa 1,9 milioni di persone, il 90% dell’intera popolazione della Striscia, sono state sfollate con la forza, e molte sono state costrette a spostarsi più volte.
La risposta di Israele
La risposta di Israele ai terribili attacchi condotti da Hamas e da altri gruppi armati in Israele il 7 ottobre 2023, in cui sono state uccise 1.200 persone e 251 sono state prese in ostaggio, è stata quella di schiacciare l’intera popolazione di Gaza.
La complessità del conflitto
La situazione a Gaza è estremamente complessa e le responsabilità non sono da attribuire solo a una parte. È fondamentale guardare al conflitto in modo critico e non semplificarlo. Le azioni di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi sono state condannate da molti, ma è altrettanto importante riconoscere la sofferenza della popolazione civile palestinese e la necessità di un cessate il fuoco immediato per evitare ulteriori vittime.