Soccorso in mare e condizioni di salute precarie
La nave Life Support di Emergency, impegnata in operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale, ha effettuato il salvataggio di 34 persone da un gommone in difficoltà nelle acque internazionali della zona Sar libica. L’imbarcazione, partita da Zwara in Libia la sera dell’11 dicembre, trasportava uomini provenienti da Sudan e Pakistan, Paesi colpiti da conflitti armati, instabilità politica, povertà e crisi climatica.
Sebbene le condizioni di salute dei naufraghi fossero inizialmente buone, il viaggio in mare ha peggiorato la situazione. Le condizioni meteo sfavorevoli hanno causato mal di mare, nausea e disidratazione in molti dei migranti soccorsi. La dottoressa Virginia Gatto, a bordo della Life Support, ha sottolineato la crescente vulnerabilità dei naufraghi a causa del prolungato viaggio in mare.
Sbarco ad Ancona: una scelta contestata
Le autorità italiane hanno assegnato il porto di Ancona per lo sbarco dei 34 migranti soccorsi. Tuttavia, gli operatori di Emergency hanno espresso preoccupazione per la distanza e le condizioni meteo sfavorevoli.
Il viaggio fino ad Ancona comporterà quattro giorni in più di navigazione, esponendo i naufraghi a ulteriori disagi e potenziali rischi per la loro salute. Gli operatori di Emergency hanno sottolineato che un porto più vicino alla zona operativa del Mediterraneo centrale avrebbe garantito un arrivo più rapido e sicuro.
La nave Life Support è attesa ad Ancona martedì 17 dicembre al mattino.
Un bilancio di soccorsi e la missione di Emergency
La nave Sar di EMERGENCY, attiva nel Mediterraneo centrale dal dicembre 2022, è in procinto di concludere la sua 28/a missione. In questo periodo, ha soccorso un totale di 2.451 persone.
L’organizzazione continua a svolgere un ruolo fondamentale nel salvataggio di vite umane in mare, fornendo assistenza medica e umanitaria ai migranti in difficoltà.
Il diritto al soccorso e la sfida della solidarietà
La notizia del salvataggio dei 34 migranti e del loro imminente sbarco ad Ancona ripropone la questione del diritto al soccorso in mare e della responsabilità internazionale nel gestire le migrazioni.
L’assegnazione di un porto lontano dalla zona operativa, sebbene motivata da ragioni logistiche, solleva dubbi sulla priorità data alla sicurezza e al benessere dei naufraghi.
La solidarietà internazionale è fondamentale per affrontare le sfide delle migrazioni, garantendo il rispetto dei diritti umani e la sicurezza di chi cerca una vita migliore.