Schlein attacca il governo Meloni: “Il Paese non è nel mondo di Atreju”
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha sferrato un attacco al governo Meloni durante l’assemblea del partito a Roma, accusandolo di “trovate propagandistiche” che dipingono un quadro irrealistico del Paese. Schlein ha affermato che “Ad Atreju va in scena il favoloso mondo di Meloni, con trovate propagandistiche che raccontano che il Paese va a gonfie vele. Ma esiste la realtà vera, testarda nei numeri e nella vita quotidiana degli italiani”.
Secondo la leader dem, “Non siamo nel regno di fantasia, più che il mondo di Atreju qua è il dilagare del vostro nulla”.
Critiche sui centri di accoglienza in Albania e sul conflitto istituzionale
Schlein ha poi puntato il dito contro la gestione dei centri di accoglienza in Albania da parte del governo, definendola “un clamoroso fallimento”. “Sui centri dell’Albania Meloni ancora non ha messo la faccia”, ha affermato, sottolineando che “quei centri sono vuoti e rimarranno vuoti”.
La leader dem ha anche criticato il conflitto istituzionale che, a suo dire, il governo sta alimentando: “Meloni è impegnata in un conflitto istituzionale come mai visto prima, una delegittimazione del potere giudiziario. Se le dimissioni di Apostolico fossero anche in minima parte dovuti agli attacchi del governo sarebbe gravissimo. Non ci arrenderemo mai a uno scontro istituzionale che fa male al Paese, all’idea che siano i miliardari a decidere se i giudici possono fare il loro lavoro”.
Schlein chiede un tavolo a Palazzo Chigi per l’automotive e un’alternativa credibile alla destra
Schlein ha poi sollecitato il governo a convocare un tavolo a Palazzo Chigi per discutere di un fondo europeo sull’automotive, chiedendo a Meloni di “accolgere i contenuti della mozione unitaria che l’opposizione ha presentato e non lasci campo libero alla concorrenza cinese”.
Infine, la leader dem ha sottolineato l’importanza di costruire un’alternativa credibile alla destra: “Non possiamo passare quest’anno a fare ognuno gli affari propri e rinviare alla vigilia delle prossime politiche un lavoro di costruzione di un’alternativa che dobbiamo alla nostra gente”.
Appendino: “Non bastano parole e appelli, servono fatti”
Chiara Appendino, vicepresidente del Movimento 5 Stelle, ha ribadito la necessità di un’alternativa credibile alla destra, ma ha anche criticato il Pd per la sua coerenza: “Oltre a invocare unità e a dirsi testardamente unitari, bisogna essere testardamente coerenti. Non bastano parole e appelli, entriamo nel merito – ha detto Appendino -. Per Schlein il Pd non sta tradendo le ragioni progressiste sulla nomina di Fitto, sul voto a Von der Leyen, sul Salva Milano e sull’escalation militare? Non scappiamo dai problemi, cara Elly, assumetevi le vostre responsabilità. Per battere questa destra serve un’alternativa credibile, serve essere testardamente pacifisti, ambientalisti e progressisti, sì, ma contano i fatti, non le etichette”.
Schlein: “Non perdiamo tempo nelle polemiche, concentriamoci sulle grandi questioni”
Schlein, nelle repliche all’assemblea, ha ribadito la sua intenzione di non perdere tempo in polemiche, concentrandosi invece sulle grandi questioni: “Non perdiamo tempo nelle polemiche con gli altri – ha detto Schlein -, neanche quando ci chiamano direttamente in causa. La parola unità è difficile da praticare, ma so anche che ogni volta che perdiamo energia ingaggiando la polemica sottraiamo spazio alle grandi questioni, ai problemi delle persone. Non lasciamo spazio alla destra alla distrazione di massa”.
Un’opposizione in cerca di identità
Le parole di Schlein e Appendino mettono in luce la difficoltà del centrosinistra nel trovare un’identità e una strategia unitaria per contrastare il governo Meloni. La critica di Appendino sul comportamento del Pd solleva un punto importante: l’opposizione deve dimostrare coerenza e concretezza per essere credibile e attrarre l’elettorato. Il dibattito interno al Pd, con la richiesta di unità e la critica alla mancanza di coerenza, evidenzia la fragilità del centrosinistra e la necessità di un cambio di passo per costruire un’alternativa credibile alla destra.