Aiuti per la componentistica e il pressing su Elkann
Il governo italiano sta valutando un intervento a sostegno dell’automotive da inserire nella manovra finanziaria. L’idea non è quella di fornire incentivi ai consumatori, come in passato, ma di sostenere le aziende della lunga filiera della componentistica, dai motori alle marmitte, dai bulloni a vetri e cinture. Si parla di un investimento di 400 milioni di euro, una cifra che, pur essendo circoscritta, potrebbe rappresentare un segnale importante nel percorso di rilancio del dialogo con Stellantis, dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Carlos Tavares.
Intanto, il pressing su John Elkann, presidente di Stellantis, affinché chiarisca al Parlamento il piano industriale e le prospettive occupazionali dell’azienda si intensifica. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha invitato Elkann a presentarsi in audizione il prima possibile, sottolineando l’importanza di un confronto con i parlamentari di maggioranza e opposizione. Tuttavia, per ora il pressing non ha prodotto risultati concreti. Elkann ha ribadito che non è ancora il momento per un’audizione, preferendo attendere la chiusura del tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e l’apertura di quello a Palazzo Chigi.
Tensioni e divergenze all’interno del governo
Il dibattito sul futuro di Stellantis in Italia è caratterizzato da tensioni e divergenze all’interno del governo. Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, ha attaccato la proprietà di Stellantis, definendola “di italiano ormai ha ben poco” e accusandola di aver “preso soldi in Italia per decenni per aprire fabbriche all’estero”. Salvini ha invitato Elkann a presentarsi in Parlamento “con un assegno che ricordi quanti miliardi di denaro pubblico negli anni questa azienda ha incassato”.
Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha invece sottolineato che “non è importante dove viene ma è importante cosa fa”. Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha invece espresso un atteggiamento più conciliante, affermando di aver tratto “le condizioni per essere fiduciosi di poter condividere un piano Italia che vede il nostro Paese al centro dello sviluppo dell’auto europea”. Urso ha anche sottolineato che Stellantis “ora condivide la necessità di rivedere il percorso di decarbonizzazione”.
Il tavolo al Mimit e la priorità della tutela dei lavoratori
Il prossimo passo per cercare di allineare il dialogo tra azienda e governo è il tavolo al Mimit, previsto per il 17 dicembre. A questo tavolo, Stellantis sarà rappresentata da Jean Philippe Imparato, capo dell’area europea. Uil e Uilm hanno chiesto che l’incontro sia preceduto da un incontro azienda-sindacati.
Il governo ha fissato come priorità la tutela dei lavoratori degli impianti Stellantis in Italia, quelli dell’indotto e della logistica. Si cerca un asse per spingere l’Ue a “rivedere quelle norme che – ha notato Meloni – rischiano di mettere in ginocchio l’industria europea dell’auto”.
Aiuti per la ricerca, l’innovazione e il costo dell’energia
In manovra potrebbero entrare aiuti per stimolare la ricerca e l’innovazione, e soprattutto per ridurre i costi energetici degli stabilimenti. “Il costo dell’energia è uno dei temi più delicati”, ha affermato il sottosegretario al Mimit Massimo Bitonci, spiegando che “allo studio del governo ci sono una serie di incentivi verso la componentistica italiana”.
Il governo ha deciso di concentrarsi sugli aiuti alle aziende, abbandonando gli incentivi al consumo, che quest’anno hanno ammontato a un miliardo di euro ma non hanno prodotto i risultati attesi.
La buonuscita a Tavares e le richieste di un’informativa urgente
Pd, M5s, Avs e Azione hanno chiesto un’informativa urgente a Meloni su Stellantis. La buonuscita a Tavares, secondo alcune ricostruzioni di stampa, ammonterebbe a 100 milioni di euro, una cifra smentita da Stellantis. Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, ha ricordato di aver rinunciato alla sua buonuscita da commissario Ue, circa mezzo milione di euro, in un momento di crisi dell’auto.
Un futuro incerto per l’automotive italiano
La situazione di Stellantis in Italia è complessa e incerta. Il governo sta cercando di trovare una soluzione che tuteli i lavoratori e l’industria italiana, ma le tensioni con l’azienda e le divergenze all’interno del governo non facilitano il compito. Il futuro dell’automotive italiano è in bilico, e la decisione di Elkann di presentarsi o meno in Parlamento per chiarire il piano industriale sarà un momento chiave per capire quale sarà il destino di Stellantis in Italia.