Un nuovo studio rivela la flessibilità delle piante di fronte alle temperature estreme
Un team di ricercatori dell’Università Metropolitana di Osaka ha svelato un aspetto affascinante della resilienza delle piante: la loro capacità di adottare strategie differenti per sopravvivere al caldo e al freddo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Plant Cell & Environment, si è concentrato sulla velocità con cui le piante riparano il complesso di proteine che rende possibile la fotosintesi, un processo vitale per la loro crescita e sopravvivenza.
Il team, guidato da Riichi Oguchi, ha scoperto che la velocità di riparazione di questo complesso proteico, che viene danneggiato dalla luce nel tempo, è influenzata dalla storia termica della pianta. In altre parole, le piante che si sono già adattate a temperature più rigide riescono a mantenere un livello di riparazione più efficiente rispetto a quelle che si trovano improvvisamente esposte al freddo.
L’esperimento con Arabidopsis thaliana
Per dimostrare questa teoria, i ricercatori hanno condotto un esperimento su piantine di Arabidopsis thaliana, una specie di pianta molto utilizzata nei laboratori di genetica vegetale. Le piantine, provenienti da diverse parti del mondo, sono state inizialmente coltivate a 22 gradi Celsius. Un gruppo di piante è stato poi esposto per tre giorni a temperature più basse (circa 12 gradi), mentre l’altro gruppo è rimasto a 22 gradi. Infine, entrambi i gruppi sono stati trasferiti a 5 gradi Celsius.
I risultati hanno mostrato che le piante che si erano abituate al freddo per tre giorni sono state in grado di aumentare il tasso di riparazione del macchinario della fotosintesi rispetto a quelle che sono state esposte al freddo senza passaggi intermedi. Questo suggerisce che le piante hanno la capacità di acclimatarsi alle temperature più basse, regolando la velocità di riparazione del sistema fotosintetico.
L’adattamento si tramanda di generazione in generazione
Lo studio ha anche rivelato un’ulteriore scoperta interessante: la capacità di acclimatazione è risultata più accentuata in quelle piante che provenivano da ambienti caratterizzati da climi più freddi. Questo indica che l’adattamento si è progressivamente consolidato passando di generazione in generazione.
Questi risultati hanno importanti implicazioni per la comprensione della resilienza delle piante di fronte ai cambiamenti climatici. La capacità di acclimatarsi alle temperature estreme potrebbe essere un fattore chiave per la sopravvivenza delle piante in un mondo in continua evoluzione.
Implicazioni per la ricerca e l’agricoltura
Questo studio apre nuove prospettive per la ricerca in campo agricolo. Comprendere come le piante regolano il loro sistema fotosintetico in risposta alle variazioni di temperatura potrebbe portare allo sviluppo di colture più resistenti ai cambiamenti climatici. Inoltre, la scoperta che l’adattamento si tramanda di generazione in generazione suggerisce che le tecniche di selezione genetica potrebbero essere utilizzate per migliorare la resilienza delle colture alle temperature estreme.