Un appello al dialogo in un contesto di violenza
Chaja Polak, scrittrice ebrea olandese sopravvissuta alla Shoah, ha scritto “Lettera nella notte. Pensieri su Israele e Gaza”, un libro che si presenta come un grido contro la violenza e la propaganda che acceca entrambi i lati del conflitto. Il libro, pubblicato in Italia da Solferino, è già uscito in Germania e a marzo uscirà nel Regno Unito, ma non in Israele. La stessa autrice spiega che il suo editore ha ritenuto che non fosse il momento opportuno per la pubblicazione in Israele.
Polak, nel suo pamphlet, denuncia come la propaganda e la paura instillata dai governi rendano difficile la comprensione della realtà del conflitto, impedendo di vedere la sofferenza reciproca e di riconoscere che “gli esseri umani sono in primo luogo umani”.
La confusione tra antisemitismo e critica a Israele
La scrittrice sottolinea come la confusione tra antisemitismo e critica a Israele sia un problema diffuso, sia a Gaza che in Israele. Spiega che non si distingue tra i governi e i leader che fanno la guerra e gli abitanti che ne sono le vittime. “Si confonde l’antisemitismo con le critiche a Israele e questo lo fanno tutti, lo fanno a Gaza, lo fanno in Israele”, afferma Polak.
La scrittrice denuncia la difficoltà di vedere la sofferenza dell’altro e di riconoscere che “ogni dolore è il dolore più grande”.
Un appello alla ragione e al dialogo
Polak invita tutti a fare un passo indietro e a pensare prima di urlare, a distinguere tra la gente e i politici che cercano il consenso instillando la paura. “Non pensate di dover stare con uno o con l’altro. Distinguete fra la gente e i politici, che cercano il consenso instillando la paura”, afferma la scrittrice.
L’appello di Polak è un invito al dialogo, un appello a parlare invece di urlare, a discutere e ad ascoltare. “Se qualcuno è arrabbiato – è il messaggio che vuole dare – chiedete perché, discutete e ascoltate”.
La speranza in una soluzione pacifica
Chaja Polak, nel suo libro, esprime la speranza che il dialogo possa essere la soluzione al conflitto. “Il dialogo è l’unica soluzione, non la guerra”, afferma la scrittrice. “Abbiamo pessimi governi e leader che avrebbero dovuto cercare soluzioni, soluzioni che sarebbero arrivate da tempo. Ma comunque non è troppo tardi, o almeno lo spero, per cercare una soluzione e fermare la guerra”.
La scrittrice auspica che il suo libro possa contribuire a far crescere la protesta in Israele contro la guerra e la violenza.
Un messaggio di speranza in un contesto di conflitto
“Lettera nella notte” di Chaja Polak è un libro che si inserisce in un contesto di grande complessità e dolore. L’autrice, con la sua storia personale di sopravvissuta alla Shoah, ha una sensibilità particolare per le questioni di conflitto e di violenza. Il suo appello al dialogo è un messaggio di speranza in un contesto di grande oscurità. La sua voce, forte e chiara, si erge contro la propaganda e la paura, invitando a guardare oltre le divisioni e a riconoscere la comune umanità. L’auspicio è che questo libro possa contribuire a far crescere la consapevolezza e la comprensione del conflitto, spingendo verso una soluzione pacifica.