Un concerto interrotto da proteste
Un concerto di Thom Yorke dei Radiohead a Melbourne è stato interrotto da un manifestante pro-Palestina. L’incidente è avvenuto al Sidney Myer Music Bowl, durante il tour “Everything” del cantante. Verso la fine del concerto, un membro del pubblico ha iniziato a fischiare e a urlare contro Yorke, accusandolo di sostenere il “genocidio israeliano di Gaza” e di non aver preso posizione contro la morte di numerosi bambini.
Yorke ha reagito lasciando il palco per qualche minuto, prima di tornare per eseguire la sua ultima canzone della serata. L’episodio ha riacceso il dibattito sulla decisione dei Radiohead di esibirsi in Israele nel 2017, una scelta che ha suscitato critiche da parte di alcuni sostenitori della causa palestinese.
La posizione di Thom Yorke
In passato, Yorke ha difeso la decisione dei Radiohead di suonare in Israele, sostenendo che non si trattava di un appoggio al governo israeliano. “Suonare in un paese non è la stessa cosa che sostenere il governo”, aveva scritto sui social nel 2017. “Abbiamo suonato in Israele per oltre 20 anni attraverso una serie di governi, alcuni più liberali di altri. Come abbiamo fatto in America. Non sosteniamo Netanyahu più di quanto non sosteniamo Trump, ma suoniamo comunque in America.”
Le dichiarazioni di Yorke sottolineano la complessità del rapporto tra musica e politica, e il dibattito su come interpretare la scelta di un artista di esibirsi in un determinato paese. La questione è particolarmente delicata in contesti come quello israelo-palestinese, dove la politica si intreccia con la cultura e l’identità nazionale.
Il dilemma dell’artista
La vicenda di Thom Yorke solleva un quesito complesso: fino a che punto un artista è responsabile delle azioni del governo del paese in cui si esibisce? La scelta di suonare in Israele, per esempio, può essere interpretata come un’approvazione implicita delle politiche del governo israeliano, anche se l’artista stesso non condivide tali politiche. È un dilemma che affligge molti artisti che si esibiscono in contesti politici delicati e che non ha una risposta facile.